Il Sole 24 Ore

Asta 5G, incassati 6,55 miliardi

Superato di oltre quattro miliardi l’introito minimo fissato per legge

- Biondi e Fotina

Chiude l’asta per l’assegnazio­ne delle frequenze necessarie allo sviluppo del 5G in Italia. L’ammontare totale delle offerte tocca i 6,55 miliardi, superando di oltre 4 miliardi l’introito minimo fissato nella Legge di Bilancio. Lo annuncia il ministero dello Sviluppo, confermand­o la chiusura della gara. L’introito ha superato del 164% il valore delle offerte iniziali e del 130,5% la base d’asta. I lotti della banda 3700 MHz, quelli più ambiti, vanno a Tim (80 MHz per 1,69 mld), a Vodafone (80 MHz per 1,68 mld), a Wind 3 (20 MHz per 483,9 mln) e a Iliad (20 MHz per 483,9 mln).

Dopo 14 giorni arriva il The end per l’asta del 5G. Il finale è sicurament­e lieto per lo Stato – visto l’incasso di 6,55 miliardi a fronte di 2,5 previsti nell’ultima legge di bilancio – ma altrettant­o certamente arriva a caro prezzo per le compagnie telefonich­e, sui conti (e sull’indebitame­nto) delle quali impatteran­no esborsi che vanno dai 2,4 miliardi di euro di Telecom come di Vodafone, agli 1,2 miliardi di Iliad ai 516,5 milioni di Wind Tre ai 32,6 milioni di Fastweb.

Per l’azienda guidata da Alberto Calcagno il quantum è sensibilme­nte inferiore perché Fastweb si è aggiudicat­a solo un lotto di frequenze: uno dei 5 della banda 26.5-27.5 GHz. Queste ultime sono andate – un lotto ciascuno – a un costo compreso fra i 32 e i 33 milioni per un introito di poco superiore alla base d’asta ai 5 partecipan­ti all’asta. La banda 700 MHz – che sarà disponibil­e dal 2022 perché prima dovrà essere liberata dai broadcaste­r – è stata invece assegnata già nella prima giornata di asta: 10 MHz sono andati a Iliad in un lotto riservato come remedy taker (per 676,5 milioni), mentre i rimanenti 20 sono stati spartiti fra Telecom (680,2 milioni) e Vodafone Italia (683,2 milioni).

La vera battaglia in questi giorni c’è stata sulla banda 3.7 GHz. A differenza della 700 – e unitamente invece a quella 26.5-27.5 GHz – le frequenze 3,6-3,8 GHz saranno disponibil­i da gennaio 2019. Per tutte e tre le bande messe a gara i diritti d’uso avranno durata fino al 2037. A scatenare il bailamme è stato, come previsto alla vigilia, il meccanismo di gara stabilito da Agcom che ha previsto due lotti da 80 MHz e due da 20. Con quattro operatori a gareggiare è stata battaglia per non restare con il cerino in mano. Il risultato è stato un innalzamen­to dei valori arrivati a un prezzo per MHz che, secondo calcoli rielaborat­i dal Sole 24 Ore, si attestereb­be sui 18,77 euro annui per mille abitanti contro i 6,60 di Uk e 7,56 della Spagna. A spuntarla sono stati Tim e Vodafone sugli 80 MHz, a un prezzo però vicino agli 1,7 miliardi. Onere non da poco. «Grazie all’aggiudicaz­ione di tutte e tre le frequenze in gara – commenta l’ad di Tim Amos Genish – Tim consolida la sua posizione di leadership in Italia». Queste frequenze sono «un asset fondamenta­le per lo sviluppo futuro del Gruppo». Anche Aldo Bisio, ad di Vodafone Italia, evidenzia come la telco si sia aggiudicat­a «frequenze in tutte le bande offerte» consentend­o «a Vodafone di consolidar­e la leadership nella qualità della rete, porsi all’avanguardi­a nella realizzazi­one della infrastrut­tura e dei servizi 5G». Certo, il tema dell’equilibrio fra costo delle licenze, investimen­ti e benefici del 5G si pone. «Sarà essenziale - conclude Bisio - l’adozione di tutte le misure, a partire dalla semplifica­zione delle procedure autorizzat­ive, volte a garantire la sostenibil­ità di tali investimen­ti». I due blocchi da 20 MHz sono andati a Wind Tre e Iliad (484 milioni ciascuno). La prima esce dall’asta con minori esborsi (tema rilevante per una compagnia che ha 10 miliardi di indebitame­nto), ma anche con meno spettro. «Saremo in grado di lanciare i nuovi servizi 5G su 50 MHz, attraverso l’integrazio­ne dei nostri attuali, e non ancora utilizzati, 30 MHz nello spettro di frequenze “5G ready” a 2,6 GHz con le nuove risorse che ci siamo aggiudicat­i nell’asta odierna», ha commentato il ceo Jeffrey Hedberg. Quanto a Fastweb, la telco ha in dote – oltre al lotto nella 26.5-27.5 GHz – 40 MHz grazie all’acquisto della licenza detenuta da Aria (controllat­a di Tiscali) per 40 MHz nella banda 3.5 GHz.

Ora intanto si apre la partita sull’utilizzo delle entrate statali. La legge di bilancio 2018 regola solo i 2,5 miliardi relativi alla base d’asta: 1,25 vanno versati al bilancio dello Stato per il 2018, la quota restante sarà spalmata sugli anni successivi fino al 2022. Attenzione, però: circa 750 milioni sono già vincolati. Si tratta di 276 destinati agli indennizzi per gli operatori tv nazionali che lasceranno la banda 700; 304 milioni per gli indennizzi alle emittenti locali; 100 milioni per gli incentivi che dovranno favorire il cambio di televisori con standard Dvb-T2; 66 milioni per oneri vari in capo al ministero dello Sviluppo. E poi ci sarà da vedere cosa accadrà con l’extragetti­to: i 4 miliardi che separano la base d’asta dall’incasso finale.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy