AMAZON ALZA I SALARI MINIMI IN USA E REGNO UNITO
Dal 1° novembre prossimo paghe minime orarie a 15 dollari e 9,5 sterline La società era nel mirino della politica per il trattamento dei dipendenti
Dal primo novembre Amazon aumenterà il salario minimo per tutti i suoi lavoratori americani a 15 dollari l’ora. Una decisione che interessa oltre 350mila persone: i 250mila occupati del gruppo, compresi gli addetti della catena di supermercati Whole Foods, acquisita lo scorso anno in un deal da 13,7 miliardi $. A cui vanno aggiunti gli oltre 100mila occupati stagionali, in vista del cruciale appuntamento dello shopping natalizio. L’aumento della paga oraria sarà applicato anche ai dipendenti di Amazon nel Regno Unito: 17mila occupati e 20mila stagionali con un minimo salariale di 9,5 sterline l’ora, e di 10,5 sterline l’ora per gli addetti londinesi.
«Abbiamo dato ascolto alle critiche, pensato a lungo cosa fare e alla fine abbiamo deciso di cominciare noi», ha scritto il ceo Jeff Bezos in una nota. «Siamo emozionati per questo cambiamento e invitiamo i nostri competitor e le altre società con tanti dipendenti a unirsi a noi». Il colosso dell’e-commerce più volte negli ultimi anni è stato preso di mira per le condizioni di lavoro dei dipendenti con i salari più bassi, nei centri di distribuzione negli Stati Uniti e all’estero, Italia compresa. Il senatore democratico Bernie Sanders di recente ha attaccato direttamente le politiche retributive di Amazon e il suo fondatore Bezos, uomo più ricco del mondo con un patrimonio netto di 165 miliardi, con la proposta di legge chiamata “Stop Bezos Act” che prevede una tassa per Amazon e le altri grandi società con tanti occupati per recuperare il costo dei sussidi pubblici pagati agli impiegati a basso reddito.
Negli Stati Uniti il livello della soglia di povertà per una famiglia di quattro persone è di circa 25mila dollari, dati Census bureau 2017. Sanders, a partire dai dati di bilancio di Amazon, ha mostrato che il salario medio pagato finora ai lavoratori è di 28.446 $, contro uno stipendio minimo medio negli Usa per gli occupati full time di 34.123 $ annui. Con l’aumento delle paghe minime si potrebbero risparmiare 150 miliardi di $ di tasse degli americani utilizzati finora nei piani di assistenza governativi: i sussidi alimentari dei food stamp, il programma Medicaid, gli aiuti pubblici per le case. Queste le argomentazioni di Sanders. Amazon all’epoca aveva risposto sul blog che solo nell’ultimo anno aveva creato 130mila nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti, e che i food stamp in realtà venivano utilizzati solo dai lavoratori a termine o part-time.
Ora, con la decisione di alzare i salari minimi orari, il gigante dell’ecommerce passa dall’altra parte della barricata. E Sanders gliene ha dato subito atto: «Oggi devo dare credito dove il credito è dovuto. E voglio congratularmi con mister Bezos che ha fatto esattamente la cosa giusta». Il senatore del Vermont si augura che altre società con tanti occupati nell’industria del fast food, nel retail e nelle linee aree seguano la strada di Amazon.
Gli analisti, tra l’altro, non credono che la decisione avrà un impatto significativo sui costi di Amazon. Anthony Chukumba di Capital Market prevede che l’aumento salariale possa far salire i costi tra 1 e 2 miliardi. «Possono sembrare molti soldi, ma considerando quanto è grande Amazon l’ago della bilancia non si muove di molto». Amazon accetta di pagare «un piccolo prezzo ma migliora enormemente la sua reputazione».
Da inizio anno le azioni di Amazon sono aumentate del 71%. Lo scorso mese la società ha superato i mille miliardi di capitalizzazione. Il gruppo nel mondo dà lavoro a 575mila persone, con un incremento del 50% nel 2017. La decisione è strategica anche per attrarre lavoratori. Considerando che negli Stati Uniti, con la disoccupazione sotto al 4%, per molte aziende è difficile trovare i lavoratori temporanei necessari nelle stagioni con i picchi di lavoro, come il periodo dei saldi e quello natalizio.