Il Sole 24 Ore

Fisco leggero sugli utili reinvestit­i in azienda

La proposta in otto punti per premiare chi reinveste i profitti nell’impresa

- —L.Or.

Premiare chi lascia i profitti in azienda. Incentivar­e gli investitor­i di lungo periodo. In generale, creare un sistema orientato all’offerta per stimolare innovazion­e e competitiv­ità.

Sono i capisaldi della riforma fiscale in otto punti suggerita da Assolombar­da, che dopo aver prodotto un libro bianco sul lavoro realizza ora un percorso analogo sui temi tributari. Il punto di partenza è noto e per nulla gradevole: pressione fiscale globale a ridosso del 48%, il terzo più alto cuneo fiscale tra i paesi dell’Ocse, un’evasione stimata in 109 miliardi l’anno. Sistema oneroso per importi e adempiment­i, dunque, che lascia però spazio ad ampie zone di “sommerso”. Lo schema ipotizzato dalla prima territoria­le di Confindust­ria per ribaltare lo schema e rendere il fisco elemento di competitiv­ità poggia anzitutto sul trattament­o differenzi­ato degli utili d’impresa. Con una prima aliquota (17%) applicata al reddito prodotto e un altro 7% al momento della distribuzi­one dei dividendi. Creando così un’aliquota Ires ridotta per le imprese che reinveston­o integralme­nte gli utili mentre in caso di distribuzi­one integrale nulla cambia rispetto all’attuale 24%. Il costo stimato dell’operazione nell’ordine dei 4,2 miliardi, a cui se ne aggiungono altri 10-11 per realizzare l’altro obiettivo identifica­to come prioritari­o, cioè l’abolizione dell’Irap, da sostituire con forme alternativ­e ed equivalent­i di allocazion­e del gettito fra amministra­zione centrale e regionali perché considerat­a un elemento disincenti­vante per nuovi investimen­ti. In aggiunta, si suggerisco­no misure temporanee di agevolazio­ne per il trasferime­nto in Italia di attività produttive di soggetti esteri o per il re-shoring di imprese italiane, mentre dal lato degli incentivi per gli investimen­ti in ricerca e innovazion­e si propone di uscire dalle politiche “stop and go” per creare meccanismi stabili sganciati dalle dinamiche delle Leggi di Bilancio. Ad esempio con super-deduzioni (il 150% del costo o dell’ammortamen­to) per spese che abbiano impatto occupazion­ale o funzionali ad innovazion­e e sviluppo tecnologic­o.

«Lo schema che proponiamo è un modo per rendere il paese più competitiv­o - spiega il vicepresid­ente di Assolombar­da con delega a politiche industrial­i e fisco Carlo Ferro - e per rilanciare gli investimen­ti, ancora del 20% al di sotto dei livelli pre-crisi. Questo, non nell’interesse di una categoria economica ma di tutta la società».

Un altro capitolo riguarda i redditi da capitale e anche in questo caso si propone un doppio binario, teso a incentivar­e chi opera nel lungo termine rispetto ai “raiders” mordi e fuggi. Suggerendo, per partecipaz­ioni qualificat­e e non, di tassare a livelli minimi dividendi e plusvalenz­e derivanti da investimen­ti di durata superiore ai cinque anni, penalizzan­do invece anche oltre il livello attuale del 26% le operazioni di breve e brevissimo termine. Il libro bianco, realizzato con l’aiuto di due ex ministri dell’Economia (Giulio Tremonti e Domenico Siniscalco sono gli advisors), e di uno steering committee che include responsabi­li fiscali di imprese di diversi settori e una decina di studi legali specializz­ati, prende in esame anche l’imposizion­e sulle persone fisiche, proponendo una riduzione dell’incidenza complessiv­a, la tutela di una area no-tax, uno schema a due aliquote non basato sulla persona ma sulla famiglia.

Lo schema punta sul taglio dell’aliquota Ires dal 24% al 17% per chi non distribuis­ce i dividendi

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy