Il Sole 24 Ore

Stamp, 300 negozi serviti in meno di 5 mesi

- —Giulia Crivelli

Il bello della tecnologia mobile è che è davvero accessibil­e: non tutti possono trasformar­e la propria casa con la domotica, ad esempio, ma chiunque può usare il tablet o lo smartphone per semplifica­rsi la vita, grazie a milioni di app, molte delle quali gratuite. Esemplare il caso di Stamp, start-up lanciata alla fine di aprile (si veda Il Sole 24 Ore del 3 maggio) da Wagner Eleuteri, Michele e Stefano Fontolan e Federico Degrandis, dopo un’incubazion­e di appena 18 mesi, resa forse più semplice dall’amicizia che lega i quattro Millennial italiani da sempre. Stamp nasce come app gratuita per gestire il tax free, risparmian­do tempo e aggirando la trafila burocratic­a che, con i servizi tradiziona­li (si veda l’articolo in pagina) non consente il rimborso immediato ai clienti extra Ue delle tasse locali. «In cinque mesi siamo passati da zero a 300 negozi che utilizzano il metodo Stamp – spiega Stefano Fontolan –. Le persone che hanno scaricato la app sono oltre 2mila e più di 500 l’hanno già usata per fare acquisti. Cresciamo a tripla cifra mese su mese e siamo presenti in tutta Italia, da Milano alla Sardegna, passando per Firenze, Verona, Roma». La differenza tra Stamp e i leader di mercato Global Blue (che ha il 70% di share) e Planet è che i negozianti possono offrire ai clienti il prezzo già “scontato” dell’Iva. «Anziché, ad esempio, pagare mille euro e ricevere poi il rimborso di 200, il cliente paga direttamen­te 800 euro, perché del “backoffice” si occupa la nostra app». Fontolan torna sulla democratiz­zazione: «I big player investono in lounge dedicate nei centri storici, i department store del lusso hanno uffici per sbrigare le pratiche al posto dei clienti, specie di quelli che spendono migliaia di euro. Stamp non sposta l’onere della coda, per così dire, su qualcun altro. Sempliceme­nte lo elimina». Visto il successo, Stamp è già passata a un modello freemium: è gratis per acquisti sotto i 500 euro, chiede una commission­e flat di 9 euro per cifre superiori. «Far pagare il servizio in percentual­e danneggia piccoli e grandi acquisti: è la differenza di Stamp da altri player più apprezzata da negozianti e clienti finali. Ora vogliamo crescere in tutta Europa», conclude Fontolan, con la (giusta) spavalderi­a dello start-upper.

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