Sofidel, investiti 500 milioni per lo stabilimento in Usa
Inaugurato a Circleville, nell’Ohio, il nuovo impianto del gruppo italiano L’ad Lazzareschi: cresceremo ancora con acquisizioni e investimenti
«Questo stabilimento di Circleville dà una buona immagine di ciò che gli italiani stanno costruendo nel mondo». Luigi Lazzareschi, ad del gruppo cartario Sofidel, preferisce i numeri alle parole autocelebrative, dosate con parsimonia anche ieri, all'inaugurazione di fronte a 500 persone del più grande investimento produttivo fatto da un'azienda tricolore negli Stati Uniti negli ultimi anni. Anche perché i numeri, questa volta, dicono molto più delle parole. Su un'area grande come 160 campi da calcio (280 acri), l'azienda lucchese a totale capitale italiano (50% a testa delle famiglie Lazzareschi e Stefani) ha realizzato in tempi record (due anni) una fabbrica 4.0 per la produzione di carta igienica e asciugatutto. E lo ha fatto assumendo 300 persone e investendo, a conti fatti, 500 milioni di dollari: più di 200 milioni nella parte immobiliare (oltre 200mila metri quadrati coperti), altri 300 milioni negli impianti e macchinari dove spicca la tecnologia italiana firmata Fabio Perini, ACelli, Elettric80. I finanziamenti sono arrivati dal cash flow aziendale e dalle banche, in particolare Intesa Sanpaolo e Bnp Paribas. Il sesto stabilimento americano di Sofidel - il primo costruito ex novo - è un sogno che si avvera tra le pianure dell'Ohio, a 40 chilometri da Columbus, ferita negli ultimi 10-15 anni dalla perdita di posti di lavoro ma “salvata” dalla presenza di un hub logistico che in un giorno permette di raggiungere i due terzi degli abitanti degli Stati Uniti e dalla più bassa tassazione sui nuovi investimenti tra tutti gli Stati del Midwest. A questo si è aggiunto il programma governativo di attrazione di investimenti esteri SelectUsa, che ha assicurato a Sofidel abbattimento della property tax e della corporate tax, incentivi alle assunzioni, aiuti nel costruzione delle linee gas, elettrica, ferroviaria. La disponibilità di acqua (fondamentale per la produzione di carta) e di manodopera tecnica di buon livello hanno fatto il resto, indirizzando la scelta su Circleville. «Non solo è un investimento importante per un'azienda italiana spiega Lazzareschi - ma è un concentrato di tecnologie nell'ottica dell'industria 4.0 che spingerà il rinnovo degli impianti anche da parte dei produttori statunitensi, aprendo le porte alle aziende italiane della meccanica per la carta. Per Sofidel significa acquistare sul mercato americano una visibilità e una riconoscibilità da multinazionale. Vogliamo diventare uno dei primi tre produttori americani di tissue (la carta per uso igienico e sanitario, Ndr) specializzati nel private label», e dunque nelle marche fatte per le catene della grande distribuzione, annuncia Lazzareschi guardando già ai prossimi investimenti. Oggi gli Usa, il più importante mercato al mondo per il tissue, assorbono il 15% del business Sofidel; l'obiettivo è arrivare al 30% grazie anche alla fabbrica integrata da 120mila tonnellate annue in costruzione in Oklahoma (investimento previsto 360 milioni di dollari) e non solo: «Siamo interessati al nord-ovest degli Stati Uniti - afferma l'ad - dove potremo fare un'acquisizione o un altro impianto greenfield». Intanto la nuova fabbrica di Circleville, che integra le fasi di cartiera (due macchine Ntt 200 della Valmet) e di trasformazione in prodotti finiti (dieci linee di produzione, tra cui tre Constellation firmate Fabio Perini), produce 140mila tonnellate all'anno ed è la più grande e la più sostenibile del gruppo lucchese, leader europeo nel tissue con 1,8 miliardi di fatturato, 1,2 milioni di tonnellate di capacità produttiva annua, fabbriche in 13 Paesi e 6.300 dipendenti nel mondo.