Il Sole 24 Ore

Molte imprese ancora indietro sull’adeguament­o al Gdpr

- —Gi. Cal.

Sono passati cinque mesi dall’entrata in vigore del Gdpr, il regolament­o per la gestione dei dati che prevede multe molto salate in caso di mancanze nelle procedure relative al trattament­o dei dati sensibili, ma qual è lo stato attuale delle aziende italiane? Lo abbiamo chiesto a Giulio Vada, General Manager di G Data, che tratta quotidiana­mente questi temi. «La situazione – dice – è al momento piuttosto negativa. Dopo il grande chiasso intorno alla normativa, agitando in ogni momento lo spettro delle multe, adesso non se ne parla più, con il risultato che le tante aziende ancora non a norma credono di essere in una sorta di limbo in cui le sanzioni non vengono applicate. Ma questo non è vero, il decreto attuativo è stato pubblicato il 4 settembre in Gazzetta Ufficiale ed entrato in vigore il 19».

A complicare le cose, c’è la confusione sulla figura del Dpo, il responsabi­le della protezione dei dati. «È recente la sentenza in cui -conferma Vada – si è data ragione a un avvocato che aveva fatto ricorso contro la sua esclusione da una gara per la figura di Dpo perché nel bando era richiesta una certificaz­ione da auditor. Ma i giudici hanno confermato che per la figura del Dpo non esiste alcun prerequisi­to vincolante e quindi chiunque deve poter partecipar­e. Anzi, dalla sentenza il giudice suggerisce che la preparazio­ne legale sia preferibil­e a quella tecnica».

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