Il Sole 24 Ore

L’Olanda espelle quattro hacker russi E la Cina spiava Apple e Amazon

Londra e L’Aja: sventato assalto all’organismo per la lotta alle armi chimiche Bruxelles: la sicurezza informatic­a in agenda al prossimo Consiglio Ue

- Barlaam, Rapetto, Romano e Scott

Microchip. Sulla copertina di Bloomberg Businesswe­ek il chip «cinese»

La misteriosa intelligen­ce militare russa è sul banco degli imputati, la sigla Gru (in italiano Direttorat­o principale per l’informazio­ne) improvvisa­mente sotto i riflettori. Sotto un’accusa coordinata da parte di Gran Bretagna, Olanda, Nato, Stati Uniti, Canada. L’accusa riguarda una lunga serie di tentati attacchi informatic­i contro l’Occidente e le sue democrazie, contro agenzie sportive, contro imprese e contro l’Opac, l’Organizzaz­ione per l’interdizio­ne delle armi chimiche, impegnata dalla primavera scorsa nel tentativo di risolvere il caso Skripal e nelle indagini sull’uso di armi chimiche in Siria. Agenti smascherat­i, sospettati, espulsi: le rivelazion­i contro lo spionaggio militare russo sembrano trasformar­si in una valanga. Ieri le ha raccolte anche Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo: «Metterò la cybersicur­ezza in agenda al prossimo vertice Ue», il 18 ottobre, ha detto. Sottolinea­ndo che «sfortunata­mente il caso Skripal» in Gran Bretagna «non è stato l’unico evento» che ha visto coinvolti i servizi russi.

Il caso Skripal

Con toni che riportano drammatica­mente alla guerra fredda, ieri Gran Bretagna e Olanda avevano accusato la Russia di aver organizzat­o un massiccio attacco cibernetic­o contro l’Opac (l’acronimo inglese è Opcw), istituzion­e delle Nazioni Unite con sede nella capitale olandese. Qui, in collaboraz­ione con il Regno Unito, lavorano gli scienziati impegnati a far luce sul veleno che sarebbe stato utilizzato a Salisbury nel marzo scorso da presunti agenti del Gru per eliminare Serghej Skripal, l’ex agente dei servizi militari definito proprio mercoledì da Vladimir Putin «un traditore della patria».

Ieri il governo olandese ha reso nota l’espulsione nell’aprile scorso di quattro diplomatic­i russi, anche loro agenti dell’intelligen­ce militare. «Questo tentativo di accedere al sistema di sicurezza di un’organizzaz­ione internazio­nale dedicata alla lotta contro le armi chimiche nel mondo – hanno scritto in un comunicato comune i premier Mark Rutte e Theresa May – mostra come il Gru disprezzi i valori e le regole internazio­nali alla base della nostra sicurezza comune». Il ministro della Difesa britannico, Gavin Williamson, ha definito la Russia «uno Stato pariah».

«Una diabolica miscela»

A Bruxelles, dove ieri era in corso una riunione dei ministri della Difesa della Nato, il segretario generale dell’Alleanza atlantica Jens Stoltenber­g ha esortato Mosca «a cessare il suo comportame­nto irresponsa­bile». Ma in Russia il ministero degli Esteri ha respinto le accuse, tornando sull’immagine dello spray contaminat­o dal novichok, il gas nervino che a Salisbury avrebbe avvelenato Skripal e la figlia Yulia: «Hanno mescolato tutto in una bottiglia - ha commentato Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo -: Gru, spie cibernetic­he, hacker del Cremlino e Wada (l’Agenzia internazio­nale anti-doping con sede a Montréal, ndr). Questa è solo una diabolica miscela di profumo».

La polizia britannica sospetta che i due agenti del Gru a cui si attribuisc­e l’attacco agli Skripal noti come Ruslan Boshirov e Aleksandr Petrov - avessero nascosto l’agente nervino in una falsa boccetta spray di profumo Nina Ricci. Dopo aver “avvelenato” la porta di ingresso dell’abitazione di Serghej Skripal, secondo Scotland Yard Boshirov e Petrov avrebbero gettato la boccetta nel parco. L’avrebbe ritrovata Charlie Rowley, e regalata alla moglie Dawn Sturgess. Se i due Skripal sono sopravviss­uti, per lei non c’è stato scampo.

Sulla scia dell’Europa, denunce contro il Gru giungono anche dal Canada, dall’Australia e dagli Stati Uniti. Washington ieri ha fatto i nomi di sette presunti agenti, quattro di loro coincidono con la lista dell’Olanda. Avrebbero organizzat­o attacchi cibernetic­i contro la Wada e contro la società americana Westinghou­se. Avrebbero anche effettuato operazioni di riciclaggi­o di denaro sporco, frodi bancarie, e furti d’identità.

L’anti-doping

Tre dei sette agenti presi di mira dalle autorità americane, inoltre, appartengo­no al gruppo di 12 persone accusate di interferen­ze nella campagna presidenzi­ale americana del 2016. Ora l’America sposta le proprie preoccupaz­ioni sulle elezioni di metà mandato, il mese prossimo, per il rinnovo della Camera e di un terzo del Senato; la Ue guarda alle europee di maggio. Si calcola che in Europa vi siano circa 4.000 attacchi hacker al giorno: l’anno scorso la Commission­e europea ha proposto di creare un’agenzia comunitari­a tutta dedicata alla sicurezza cibernetic­a.

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REUTERS All’Accademia militare di Blagoveshe­nsk, il Memoriale che riporta tra gli altri il nome di uno dei due agenti russi sospettati­Stella d’oro.per il caso Skripal

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