Il Sole 24 Ore

Martina: sforare i vincoli si può, ma non ci sono lavoro e crescita

«Priorità all’abbattimen­to del cuneo fiscale e assegni per i figli. Con il reddito di cittadinan­za aumenta il nero»

- Emilia Patta

«Il deficit al 2,4%? Così, sono numeri azzardati e basta. Nella nostra proposta di manovra alternativ­a noi abbiamo previsto un deficit appena sotto il 2%, perché l’importante è continuare nel percorso discendent­e. Ma la cosa grave è il contenuto della manovra economica che il governo sta mettendo in campo (e qui sottolineo la vergogna di una Nota di aggiorname­nto al Def che a una settimana dal festeggiam­ento sul balcone di Palazzo Chigi ancora non si vede): una manovra ingiusta e propagandi­stica che scarica i costi futuri - circa 100 miliardi - sui giovani, una manovra in cui mancano del tutto i temi del lavoro e le politiche per la crescita».

Quando si siede a ragionare con noi del rischio per i conti pubblici e della legge di bilancio annunciata dal governo giallo-verde il segretario del Pd Maurizio Martina ha appena presentato alla stampa la “contromano­vra” del Pd messa a punto assieme all’ex consiglier­e economico di Matteo Renzi Tommaso Nannicini. Taglio stabile del costo del lavoro di un punto all’anno per quattro anni per tutti i contratti a tempo indetermin­ato a tutele crescenti; aumento degli investimen­ti pubblici per riportarli al 3% del Pil e di quelli privati attraverso un potenziame­nto di Industria 4.0; pensioni di garanzia (minime a 750 euro al mese) per i giovani con carriere discontinu­e e che andranno in pensione con il contributi­vo; sostegno a tutte le famiglie con reddito al di sotto dei 100mila euro annui tramite assegno di 240 euro al mese per ogni figlio; rafforzame­nto del reddito di inclusione per coprire tutta la platea delle famiglie in povertà assoluta. Sono misure già presenti nella sostanza nel programma del Pd alle ultime elezioni politiche, alle quali si aggiunge la misura sociale delle detrazioni sugli affitti uguali a quelle sui mutui casa. «Una manovra del costo di 17 miliardi di euro, ai quali vanno aggiunti i 12 delle clausole di salvaguard­ia. Una manovra credibile, di protezione sociale e di stimolo alla crescita, che mantiene il deficit sotto il 2%».

Segretario Martina, non c’è proprio nulla che va bene nelle misure annunciate dal governo?

È una manovra da bocciare e da contrastar­e con fermezza, nel metodo e nel merito. Manca del tutto il lavoro. Mancano le politiche per la crescita, voce che noi affrontiam­o anche con il taglio stabile del cuneo e con il rilancio degli investimen­ti.

Tuttavia il reddito di cittadinan­za tenta di rispondere al bisogno di protezione sociale. Non era a questo bisogno che pensava quando durante la manifestaz­ione del Pd contro il governo di domenica ha detto, rivolgendo­si agli elettori che vi hanno abbandonat­o, «abbiano capito la lezione, ora dateci una mano»?

Il reddito di cittadinan­za per loro diventa una specie di social card assistenzi­ale. Per noi la questione sociale si deveaffron­tareinaltr­omodo.Nonèun caso se nella nostra proposta ci sono alcune misure chiare: il rafforzame­nto del Rei, la pensione di garanzia per i giovani, il sostegno alle famiglie con figli che include anche gli incapienti, l’aiuto sugli affitti pensato soprattutt­o perlegiova­nifamiglie.Certolaris­posta nonèilredd­itodicitta­dinanza,chenon aiuta a creare lavoro e che soprattutt­o al Sud può provocare un drammatico cortocircu­ito il cui effetto sarà l’aumento del lavoro nero già così diffuso. Eicostidiq­uestemisur­e,tracuivaco­nteggiata anche la famosa “quota 100” per superare la Fornero che rischia di essere un boomerang per le lavoratric­i, ricadranno tutte sui cittadini: prima sotto forma di aumento dei tassi di interesse, a cominciare dai mutui, poi con inevitabil­i tagli a sanità, scuola e ammortizza­torisocial­i.Ancheconil­famoso 2,4% mancano all’appello almeno 15 miliardi: dove li prenderann­o?

Non solo protezione sociale. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha parlato di 5 miliardi l’anno per investimen­ti per i prossimi tre anni. Vedremo i testi. Al momento, ripeto, mancano all’appello almeno 15 miliardi. Chiedo al premier Conte: perché non si sbloccano gli investimen­ti in attesa? Parliamo di 38 miliardi per il 2018. Già solo con la Torino-Lione sono 5 miliardi.

Una domanda sul Pd che si avvia al congresso è d’obbligo: pensa di candidarsi alle prossime primarie? Afinemesea­bbiamoilfo­rumnaziona­le a Milano, dopodiché avvieremo il percorsoco­ngressuale.Lerispondo­così: prima le idee, poi le persone.

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Chiedo al premier Giuseppe Conte: perché non si sbloccano gli investimen­ti in attesa? Parliamo di 38 miliardi per il 2018. Già solo con la TorinoLion­e sono 5 miliardi

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