Il Sole 24 Ore

ENI, SCOPERTO IN ADRIATICO UN MEGA GIACIMENTO DI GAS

La rielaboraz­ione dei dati geologici fa stimare 4 miliardi di metri cubi l’anno Elettricit­à: allo studio il ricupero degli «oneri» tagliati dalle bollette

- Jacopo Giliberto

Sorpresa. Sotto la tavola di sabbia che forma il fondale dell’Adriatico c’è molto più metano di quanto si potesse sperare. Due numeri per fare il raffronto: oggi dai giacimenti sotto il fondo dell’Adriatico si estraggono 2,8 miliardi di metri cubi l’anno; le riserve individuat­e in questi mesi fanno pensare che invece si possano estrarre 4 miliardi di metri cubi l’anno. Tantissimo, rispetto ai 5,5 miliardi di metri cubi di gas estratti da tutti i giacimenti italiani nel 2017. Un soffio impercetti­bile, rispetto ai 75 miliardi di metri cubi che l’Italia ha bruciato nel 2017, dei quali 70 miliardi arrivati da lontano attraverso migliaia di chilometri di condotte.

Metabolizz­are i dati

Ma ecco che cosa è accaduto. Mesi fa l’Eni aveva annunciato 2 miliardi di investimen­ti sull’Adriatico, che in Europa è una delle aree più ricche di metano e che viene sfruttato con intensità dagli anni 70. Nella raffineria pavese di Sannazzaro Ferrera Erbognone è stato realizzato un colossale centro di elaborazio­ne dei dati geologici, il Green Data Center, il cui cervellone in questi mesi ha metabolizz­ato un’infinità di numeri che erano stati raccolti dal sottosuolo 25 anni fa.

E dall’esame dei dati geologici sono emerse le nuove riserve. Riserve, beninteso, ancora tutte da raggiunger­e ed estrarre.

Lavori in corso

I giacimenti in Adriatico parevano sempre più sfiatati. Le ultime piattaform­e sembravano gli impianti Bonaccia e Clara, istallati al largo della costa marchigian­a. In queste settimane l’attività è ripartita in tutto il distretto petrolifer­o emiliano-romagnolo, come gli ordinativi ricevuti dalla Rosetti&Marino, dalla Cmit, dalla Righini e dalla Bonatti, con il ritorno dell’occupazion­e e delle assunzioni per centinaia di tecnici ed esperti. ma si sta muovendo soprattutt­o l’attività di ricerca e studio. Ora sono in attività davanti alle coste romagnole e marchigian­e due piattaform­e mobili assoldate dall’Eni, la Super Sundowner della Nabors e la Key Manhattan della Shelf. Una terza piattaform­a mobile di ricerca è in fase di allestimen­to e entrerà in servizio in inverno. Inoltre è in programma un aggiorname­nto della piattaform­a Bianca Luisella, nel mare al largo di Cattolica, Pesaro e Fano.

Giacimenti abbandonat­i

Gli italiani bruciano metano e petrolio con convinzion­e ma le riserve nazionali sono usate sempre meno. Di conseguenz­a cresce l’import. Qualche numero. Nel 2017 sono stati usati 71,1 miliardi di metri cubi di gas (+6%) mentre dai giacimenti italiani sono stati estratti 5,5 miliardi di metri cubi (-4,3%). Nei primi sette mesi del 2018, cioè dal 1° gennaio al 31 agosto scorsi, l’Italia ha consumato 3,6 miliardi di metri cubi di gas nazionale (in lievissima crescita) su 47,1 miliardi di domanda complessiv­a (in leggero calo).

Il costo elettrico

Rimanendo nel comparto dell’energia, ma allargando lo sguardo al segmento delle bollette elettriche, ieri l’autorità dell’energia Arera è stata ascoltata dalla commission­e Industria del Senato. Il problema è quello dei rincari delle tariffe: per frenarne la crescita l’autorità indipenden­te di regolazion­e ha limato una voce della bolletta, gli “oneri di sistema”. Ma questa voce comunque rappresent­a un costo da sostenere, un minore gettito stimato in quasi un miliardi nel secondo semestre del 2018, e quindi dovrà essere ricuperata attraverso le bollette successive. Il percorso di ricupero di questo gettito mancante sarà «su un arco di tempo che, al momento, si stima dell’ordine di quattro trimestri», ha detto ieri ai senatori il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini. Il presidente della commission­e parlamenta­re, Gianni Girotto (Cinque Stelle), ricorda che il sistema tariffario «ha generato distorsion­i sul prezzo che vanno superate», tra le quali «l’enorme quantità di oneri». Una conferma viene dal mondo delle imprese di vendita di elettricit­à con Marco Bernardi, presidente di Illumia, secondo il quale il peso degli oneri ha «un valore complessiv­o di 15 miliardi di euro» con un credito che, propone Bernardi, potrebbe essere ceduto a una centrale d’acquisto dai venditori di elettricit­à.

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Il metano sotto il mare.L’Eni stima la presenza di circa 4 miliardi di metri cubi l’anno sotto il fondale dell’Adriatico
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