Pace fiscale, altri 500 milioni dalle contestazioni doganali
Si studia l’apertura anche ai contenziosi su Iva e dazi esclusi dalle rottamazioni
Sul carro della pace fiscale cercano un posto anche le cartelle esattoriali su dazi doganali e l’Iva connessa alle operazioni di import-export. Tra le ipotesi allo studio per far aumentare il conto delle risorse recuperabili dalla pace fiscale c’è anche quella di aprire la rottamazione dei carichi iscritti a ruolo dall’agenzia delle Dogane e affidati ai colleghi della Riscossione. Un’apertura che allo stesso tempo sanerebbe un’anomalia delle precedenti rottamazioni e che in più occasioni gli operatori del settore (non meno di 2 milioni di imprese interessate) hanno stigmatizzato evidenziando la possibile penalizzazione per la mancata possibilità di sanare in via agevolata le proprie posizioni debitorie.
Dai numeri ufficiali in possesso del Mef le somme iscritte a ruolo sul fronte doganale oltrepassano il miliardo di euro. Se si volessero ipotizzare adesioni simili alla prima rottamazione delle cartelle e pari a oltre il 45% di contribuenti che hanno scelto di rottamare e saldato il conto fino all’ultima
rata del 1° ottobre scorso. La sanatoria su dazi e Iva all’importazione potrebbe assicurare alla manovra tra i 400 e i 500 milioni di euro.
Al momento si stanno ancora definendo i dettagli e stimando gli effetti della sanatoria che finora aveva escluso i ruoli su dazi e Iva all’importazione ma che ora potrebbero rientrare nella pace fiscale con la cancellazione di sanzioni e interessi e il pagamento dell’imposta dovuta. L’esclusione dalle precedenti rottamazioni era stata motivata in quanto l’amministrazione finanziaria ha sempre ritenuto che l’estensione della rottamazione nei confronti delle cosiddette cartelle doganali erano relative a risorse proprie europee. Ora, come detto, la rottamazione diviene possibile in quanto gli interessi e le sanzioni (con un cambio di prospettiva a tutto tondo), anche se relative a risorse proprie dell’Unione europea sono di competenza sempre e solo dello stato membro e quindi possono essere anche oggetto di rinuncia ad azioni di recupero a differenza dei diritti di confine (al prelievo doganale).
Per conoscere le modalità della rottamazione doganale sarà necessario attendere ancora un paio di settimane. Il decreto fiscale collegato alla manovra, che conterrà oltre alla pace fiscale anche le altre misure sulla flat tax al 15% per le partite Iva , la miniIres
per chi reinveste gli utili in investimenti, assunzioni, ricerca e sviluppo, il rifinanziamento di iper e super ammortamento e la possibilità per le imprese che hanno aderito al regime di cassa di poter riportare in avanti le perdite nei limiti già concessi ai soggetti Ires, sarà varato dal Consiglio dei ministri solo dopo il via libera del Parlamento alla Nota di aggiornamento al Def, ad oggi fissato da Camera e Senato per il prossimo 10 ottobre.
La pace fiscale, come anticipato su queste pagine mercoledì scorso, sembra dunque essere indirizzata verso un doppio binario. Subito la definizione agevolata delle liti pendenti con uno sconto maggiore (oltre a interessi e sanzioni) a chi ha già vinto nei primi due gradi di giudizio. Definizione del contenzioso che sarà subito affiancata dalla terza edizione della rottamazione dei ruoli in cui sarà imbarcata anche la sanatoria dei dazi e dell’Iva all’export. Per chi ha già aderito alle passate rottamazioni ed è in regola con i versamenti rateizzati si apre la strada a un nuovo piano di ammortamento del debito residuo da versare alla Riscossione anche in 5 anni (è la proposta da definire). Ci sarà poi la fase due della pace fiscale con un ravvedimento “rafforzato” per gli anni ancora accertabili e un meccanismo per chiudere le liti potenziali.