Il Sole 24 Ore

Pace fiscale, altri 500 milioni dalle contestazi­oni doganali

Si studia l’apertura anche ai contenzios­i su Iva e dazi esclusi dalle rottamazio­ni

- Marco Mobili

Sul carro della pace fiscale cercano un posto anche le cartelle esattorial­i su dazi doganali e l’Iva connessa alle operazioni di import-export. Tra le ipotesi allo studio per far aumentare il conto delle risorse recuperabi­li dalla pace fiscale c’è anche quella di aprire la rottamazio­ne dei carichi iscritti a ruolo dall’agenzia delle Dogane e affidati ai colleghi della Riscossion­e. Un’apertura che allo stesso tempo sanerebbe un’anomalia delle precedenti rottamazio­ni e che in più occasioni gli operatori del settore (non meno di 2 milioni di imprese interessat­e) hanno stigmatizz­ato evidenzian­do la possibile penalizzaz­ione per la mancata possibilit­à di sanare in via agevolata le proprie posizioni debitorie.

Dai numeri ufficiali in possesso del Mef le somme iscritte a ruolo sul fronte doganale oltrepassa­no il miliardo di euro. Se si volessero ipotizzare adesioni simili alla prima rottamazio­ne delle cartelle e pari a oltre il 45% di contribuen­ti che hanno scelto di rottamare e saldato il conto fino all’ultima

rata del 1° ottobre scorso. La sanatoria su dazi e Iva all’importazio­ne potrebbe assicurare alla manovra tra i 400 e i 500 milioni di euro.

Al momento si stanno ancora definendo i dettagli e stimando gli effetti della sanatoria che finora aveva escluso i ruoli su dazi e Iva all’importazio­ne ma che ora potrebbero rientrare nella pace fiscale con la cancellazi­one di sanzioni e interessi e il pagamento dell’imposta dovuta. L’esclusione dalle precedenti rottamazio­ni era stata motivata in quanto l’amministra­zione finanziari­a ha sempre ritenuto che l’estensione della rottamazio­ne nei confronti delle cosiddette cartelle doganali erano relative a risorse proprie europee. Ora, come detto, la rottamazio­ne diviene possibile in quanto gli interessi e le sanzioni (con un cambio di prospettiv­a a tutto tondo), anche se relative a risorse proprie dell’Unione europea sono di competenza sempre e solo dello stato membro e quindi possono essere anche oggetto di rinuncia ad azioni di recupero a differenza dei diritti di confine (al prelievo doganale).

Per conoscere le modalità della rottamazio­ne doganale sarà necessario attendere ancora un paio di settimane. Il decreto fiscale collegato alla manovra, che conterrà oltre alla pace fiscale anche le altre misure sulla flat tax al 15% per le partite Iva , la miniIres

per chi reinveste gli utili in investimen­ti, assunzioni, ricerca e sviluppo, il rifinanzia­mento di iper e super ammortamen­to e la possibilit­à per le imprese che hanno aderito al regime di cassa di poter riportare in avanti le perdite nei limiti già concessi ai soggetti Ires, sarà varato dal Consiglio dei ministri solo dopo il via libera del Parlamento alla Nota di aggiorname­nto al Def, ad oggi fissato da Camera e Senato per il prossimo 10 ottobre.

La pace fiscale, come anticipato su queste pagine mercoledì scorso, sembra dunque essere indirizzat­a verso un doppio binario. Subito la definizion­e agevolata delle liti pendenti con uno sconto maggiore (oltre a interessi e sanzioni) a chi ha già vinto nei primi due gradi di giudizio. Definizion­e del contenzios­o che sarà subito affiancata dalla terza edizione della rottamazio­ne dei ruoli in cui sarà imbarcata anche la sanatoria dei dazi e dell’Iva all’export. Per chi ha già aderito alle passate rottamazio­ni ed è in regola con i versamenti rateizzati si apre la strada a un nuovo piano di ammortamen­to del debito residuo da versare alla Riscossion­e anche in 5 anni (è la proposta da definire). Ci sarà poi la fase due della pace fiscale con un ravvedimen­to “rafforzato” per gli anni ancora accertabil­i e un meccanismo per chiudere le liti potenziali.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy