Il Sole 24 Ore

I TAGLI DI SPESA RIPAGANO LE GRANDI OPERE

- Di Lorenzo Forni

Italia ha registrato nel 2017 un avanzo di conto corrente della bilancia dei pagamenti di circa 50 miliardi, e–sic co L’ me

l’avanzo corrente della bilancia dei pagamenti è pari alla differenza tra risparmio e investimen­ti domestici–ciò segnalereb­be la possibilit­à di accrescer egli investimen­ti domestici utilizzand­o il risparmio interno. Invece, parte del risparmio lascia il Paese e viene investito inattività estere.

Il deficit di investimen­ti dell’Italia è ampio e riconosciu­to, sia in quelli pubblicich­e privati. Quest’ ultimi sono calati da circa il 19% del Pil nel 2007 al 15% nel 2017, valore più basso trai principali Paesi europei. Si sta osservando una ripresa negli ultimi trimestri, in parte dovuta agli incentivi fiscali, mailgap rimane ampio. Anche gli investimen­ti pubblici si sono fortemente ridotti dalla crisi del 2008, e si situano nel 2017 al 2% del Pil. Inoltre, con una popolazion­e che invecchia e con una forza lavo roche si ridurrà nei prossimian­ni, si rende necessario aumentare la produttivi­tà del lavoro in modo che un numero minore di lavoratori possa sostenere una popolazion­e inattiva crescente. Anche da questo punto di vista dunque occorre aumentare gli investimen­ti. Per investimen­ti bisogna intendere sia quelli fisici in macchinari, sia quelli in ricerca, sia quelli in istruzione che accrescono il capitale umano.

Quindi si pone il problema di come rilanciare gli investimen­ti nel nostro Paese. Quale politica di bilancio è coerente con l’obiettivo di aumentarli? Bisogna aumentare o ridurre il disavanzo pubblico?Chi sostiene che l’ aumento delle spese per investimen­ti pubblici possa( se non debba) essere fatto in disavanzo parte dal( giusto) presuppost­o che, come abbiamo indicato, il risparmio del Paese è al momento superiore agli investimen­ti domestici. Quindi, l’ aumento della spesa per investimen­ti pubblici permettere­bbe di ridurre la differenza tra risparmio domestico e investimen­ti, accrescend­o questi ultimi. In tale modo ci si potrebbe muovere verso un maggiore equilibrio tra risparmio e investimen­ti. Tale equilibri operò è un equilibrio al ribasso, perché i maggiori investimen­ti pubblici rischiereb­bero di essere compensati da minori investimen­ti privati. Vediamo perché.

Consideria­mo il caso in cui il governo aumenti gli investimen­ti in infrastrut­ture, accrescend­o il disavanzo. Il Tesoro dovrà emettere una maggiore quantità di tito lidi Stato, i quali andranno assorbiti utilizzand­o prevalente­mente risparmiod­omestico. Questa quota di risparmio andrà trovata riducendo quella che va a finanziare investimen­ti privati. Gli investimen­ti pubblici finanziati in deficit andrebbero a spiazzare quelli privati.

Questo ragionamen­to non assume

LE RISORSE NON VANNO TROVATE FACENDO ALTRO DEFICIT, MA RAZIONALIZ­ZANDO LA SPESA PUBBLICA

che l’aumento del disavanzo porti a un aumento dello spread sui tito lidi Stato e dunque dei costi di finanziame­nto per il sistema economico e rimaneva lido anche a spread invariato. Il caso sarebbe diverso sei maggiori titoli di Stato emessi sul mercato venissero venduti all’ estero o acquistati disinveste­ndo attività italiane detenute intitoli esteri, perché in tal modo si avrebbe un afflusso di capitali: gli investimen­ti complessiv­i del Paese aumentereb­bero a parità di risparmio nazionale e il maggior afflusso di capitali andrebbe a finanziare l’aumento della spesa per investimen­ti pubblici, senza che il maggior disavanzo spiazzi gli investimen­ti privati. Tuttavia appare difficile pensare che, in questa fase, risparmi esteri o investiti all’estero da residenti vogliano finanziare un aumento del disavanzo italiano.

Tutto sommato, quindi, nella congiuntur­a attuale non pare una strategia vincente quella di fare investimen­ti pubbliciin disavanzo. Pare invece più opportuno trovare le risorse per un aumento delle spese infrastrut­turali all’ interno del bilancio, razionaliz­zando altre voci di spesa. Pensare di finanziare i maggiori investimen­ti pubblici aumentando le tasse, qualcosa che comunque non è in discussion­e al momento, non sarebbe anch’esso efficace perché anche l’ aumento delle tasse ridurrebbe il risparmio privato domestico (e quindi il finanzia- mento degli investimen­ti privati ). Quindi,lavi a maestra resta quella di trovare le risorse razionaliz­zandole voci di spesa.

Chi sostiene che sia necessario utilizzare­il bilancio pubblico in disavanzo per rilanciare gli investimen­ti, dovrebbe chiedersi come mai parte del risparmio nazionale si diriga verso investimen­ti esteri invece che attivare investimen­ti domestici. Evidenteme­nte i risparmiat­oriritengo­no che i rendimenti attesi siano più alti all’estero. Equi arriviamo al punto del problema, e cioè che per aumentare gli investimen­ti privati, trale altre cose, bisogna aumentare la redditivit­à attesa e la fiducia nel sistema produttivo italiano nel suo complesso.

Insomma, aumentare il disavanzo di bilancio non pare essere la strategia migliore per rilanciare gli investimen­ti. Un apolitica appropriat­a sarebbe quella di razionaliz­zare le componenti di spesa in modo da fare spazio per maggiori investimen­ti infrastrut­turali – di cui il Paese ha molto bisogno – senza aumentare il disavanzo, e al tempo stesso creare un contesto più favorevole agli investimen­ti privati e alla crescita dimensiona­le delle imprese in modo che il risparmio privato domestico possa trovare uno sbocco interno. Professore di Economic policy all’Università di Padova e Managing director di Prometeia

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