Il Sole 24 Ore

Microchip cinesi piazzati nei server di Amazon e Apple

- —Riccardo Barlaam

Lo spionaggio tra Cina e Stati Uniti passa attraverso la punta di una matita, in un chip più piccolo di un chicco di riso nascosto dagli hacker dell’esercito cinese nelle schede madri dei server usati da mezzo mondo. L’inchiesta top-secret dell’Fbi e della National security agency avviata tre anni fa nell’America di Obama continua ancora oggi con l’amministra­zione Trump. Al centro della storia degna di un romanzo di Le Carré c’è la società california­na Supermicro, fondata a San Jose, nella Silicon Valley, da un ingegnere di Taiwan nel 1993, Charles Liang. Società diventata la prima al mondo nella progettazi­one e produzione di schede madri per pc e server, che domina un mercato miliardari­o con oltre 900 clienti in 100 Paesi.

Nel 2015, secondo la ricostruzi­one del settimanal­e americano Bloomberg Businesswe­ek, Amazon acquisisce Elemental, startup che ha sviluppato un software capace di comprimere grandi file video. Una mossa necessaria per i piani di espansione del colosso di Bezos nello streaming video e nel cloud. I tecnici Amazon trovano nelle schede madri dei server di Elemental i microchip segreti, che non erano presenti nei progetti originali, e avvisano l’Fbi. Le schede madri usate da Elemental sono tutte progettate da Supermicro in California ma prodotte in Cina. Il ritrovamen­to è ancora più allarmante per le autorità quando si rendono conto che i server Elemental per la compressio­ne video sono già presenti nei data center del Pentagono, sulle navi da guerra della marina americana, nei centri che guidano le operazioni con i droni della Cia. Le schede madri Supermicro sono dappertutt­o: nei server di banche, hedge fund, provider di cloud computing, società di web hosting.

Qualche mese dopo anche Apple avvisa l’Fbi di aver trovato i microchip segreti nelle schede madri dei suoi server. Apple è uno dei clienti principali di Supermicro. Due anni prima aveva ordinato 30mila server per la sua rete di data center. Ma dopo quella scoperta interrompe ogni rapporto. Oltre ad Amazon ed Apple sarebbero decine le società Usa sabotate. Il chip, secondo Businesswe­ek, è stato inserito nelle fabbriche cinesi da una divisione speciale dell’esercito cinese specializz­ata nell’hackeraggi­o hardware. Nell’era della globalizza­zione pre-Trump le due prime economie mondiali hanno rapporti strettissi­mi: le società hi-tech Usa progettano i loro prodotti, ma la manifattur­a passa dalla Cina: il 75% degli smartphone e il 90% dei pc venduti nel mondo arriva da lì. Tutti i soggetti coinvolti nell’inchiesta ovviamente negano. Sarebbe stato strano il contrario. Supermicro tra l’altro lo scorso 23 agosto è stata “delistata” da Wall Street. Strano, ancora, per una società che negli ultimi anni ha conosciuto un boom di ricavi passati da 1,5 miliardi di dollari del 2014 ai 3,2 miliardi attesi per fine anno. «Supermicro è la Microsoft dell’hardware», ha detto un ex dirigente del Nsa che ha studiato la società e il suo business model. «Attaccare le schede madri di Supermicro equivale ad attaccare Windows. È come attaccare il mondo intero».

L’allarme va oltre le aziende: le microspie sarebbero presenti anche nei data center del Pentagono

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EPA Amazon.Il Ceo e fondatore Jeff Bezos

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