Mascherin: cruciali nella società che cambia
Diritti, democrazia, ma prima ancora solidarietà. Il 34° Congresso forense si è aperto ieri a Catania in un clima di incertezza, determinata da contraddizioni che vengono da molto lontano ma che oggi somigliano al preavviso di una grande emergenza sociale. Se ne è avuta la chiara percezione nel discorso inaugurale del presidente del Cnf, Andrea Mascherin, davanti ai 2mila delegati congressisti e al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Mascherin è andato oltre lo spartito dell'intervento rituale, entrando in più di un passaggio nella stretta attualità sociale del Paese, prima ancora che professionale. Dalla contrapposizione violenta che ha ormai sostituito il confronto delle idee, ai diritti dei più deboli nei giorni dell'80° anniversario delle leggi razziali, il presidente del Cnf parlando a braccio ha insistito sul ruolo cruciale della giurisdizione, degli avvocati e più in generale degli Ordini, guarda caso tra gli obiettivi più sensibili del cosiddetto popolo della rete. «Noi avvocati oggi siamo il baluardo di una società che sta abbandonando il linguaggio della solidarietà – ha detto Mascherin – abbiamo il dovere di farci carico di questo momento storico semplicemente perché non c'è nessun altro in grado di farlo. Può il nostro congresso dare questo segnale? Qui si discute ascoltando l'altro, non prevaricandolo». Parole utili per introdurre la vicenda dell'arresto del sindaco di Riace «di cui tutti parlano con derive ideologiche mentre se ne dovrebbe parlare nell'alveo del diritto e da parte di chi il diritto conosce». Questo modo di procedere «è un inquinamento della giurisdizione, il suo condizionamento esterno, una deriva che deve cessare perché ci sta portando al conflitto sociale che prima o poi esploderà». Chi oggi tutela il diritto e i diritti dei cittadini è in trincea, «tutto il sistema ordinistico è in trincea, ma sappiamo che va preservato, valorizzato e liberato da ogni forma di attacco. Senza il sistema ordinistico viene meno la protezione deontologica a tutela del cittadino».
Sul piano della politica della giurisdizione e della necessaria manutenzione del sistema, Mascherin ha avvertito che «è pericolosissimo alzare il rigore e le punizioni senza controbilanciarle con le garanzie del processo» , ma è altrettanto azzardato ciò che è stato fatto negli ultimi anni con la giustizia a pedaggio (il contributo unificato, sempre più oneroso) perché ciò determina una giustizia censuaria, antidemocratica «cosa non solo sbagliata, ma criminale». E quanto alle riforme, il presidente del Cnf ha aggiunto che «non bisogna essere ammalati di riformite, perché le riforme procedurali non risolvono i tempi del processo, ma sono piuttosto gli investimenti in strutture, nel personale a rendere più efficiente il sistema». Anche perché «l'edilizia giudiziaria è davvero allo stremo, presto inizieranno a crollare vetri nei tribunali, affrontiamo allora questa emergenza. Nella Giustizia entrano tanti soldi (il Fug, ndr) , utilizziamoli per il sistema, e così riusciremo anche ad abbassare i costi di accesso alla giustizia».
«Abbiamo il dovere di farci carico di questo momento storico perché nessun altro è in grado di farlo»