Falsi crediti Iva creati con l’accollo dei debiti
Undici arresti tra cui anche commercialisti di diverse regioni
Falsi crediti Iva «cartolarizzati» attraverso l’istituto dell’accollo del debito tributario verso terzi. È questa l’ipotesi della Procura di Macerata che ha portato all’arresto di 11 persone, tra le quali commercialisti di Marche, Puglia, Lazio, Toscana, Campania, Veneto e Lombardia. L’indagine del Nucleo di polizia economico-finanziaria ha consentito il sequestro di 41 milioni di euro ad una associazione per delinquere radicata a Recanati con intrecci in diversi studi professionaliitaliani.
Negli atti d’indagine si legge che «il sistema di frode scoperto consisteva nell’artificiosa esposizione di ingenti crediti Iva (inesistenti) in capo ad aziende riconducibili agli indagati, le quali procedevano poi alla loro cartolarizzazione attraverso l’istituto dell’accollo del debito tributario di terzi soggetti, previo pagamento di un controvalore variabile tra il 20 e il 50 % del debito accollato». Secondo le ipotesi, l’associazione ricercava e acquisiva imprese in decozione, affidandone la rappresentanza legale a prestanomi fidati e trasferendo fittiziamente la sede. Una volta costituito il falso credito Iva, «le aziende venivano generalmente poste in liquidazione, in modo da conferire una parvenza di normalità all’accollo di debiti tributari di terzi».