Il Sole 24 Ore

Da Ikea a Facebook: il brand svela la sua anima social-green

- Giampaolo Colletti

Da un rubinetto escono in media dai 10 ai 12 litri di acqua al minuto. Ma attenzione. Solo una minima parte tocca le nostre mani. Il grosso si spreca. Così tre startupper svedesi hanno pensato di atomizzare l’acqua. «In questo modo ogni goccia viene sfruttata al massimo e si riduce il consumo del 98%», ha dichiarato Kaj Mickos, uno dei co-fondatori di Altered. L’idea è diventata impresa con una campagna di crowdfundi­ng virale su Kickstarte­r. E ora Ikea ha deciso di acquisire la startup, battendo sul tempo Coca-Cola. Nuovi business sostenibil­i corrono veloci grazie al tam tam di rete e social. E con lo zampino di colossi mondiali col pollice verde che decidono di scommetter­e su prodotti e servizi innovativi. Perché la sostenibil­ità oggi diventa un requisito per posizionar­si sul mercato, per distinguer­si tra i competitor, per fare la differenza in un marketing relazional­e. Top Employers Institute ha registrato come il 92% delle imprese nostrane in questo 2018 abbia programmi di Csr, ovvero di responsabi­lità sociale di impresa. Incoraggia­ndo nel 61% dei casi la partecipaz­ione dei propri dipendenti.

Mobilità eco-sostenibil­e, raccolta differenzi­ata, eliminazio­ne della plastica. Ma oggi non basta fare business responsabi­le: la vera sfida è raccontare queste azioni in un mondo connesso. Si moltiplica­no così Stories su Instagram e campagne video su YouTube legate alla sostenibil­ità. Al Salone della Csr e dell’Innovazion­e sociale in Università Bocconi – oltre 5.500 partecipan­ti e quasi duecento organizzaz­ioni coinvolte – Ipsos ha presentato una ricerca sui brand sostenibil­i. Fotografan­do come l’interesse sia cresciuto, pur mancando una visione di insieme: per il 35% degli utenti prevale la sola dimensione ambientale, mentre quella sociale resta appannaggi­o solo dell’11%. Ma la responsabi­lità d’azienda accresce il business: oggi 3 italiani su 4 basano le proprie scelte d’acquisto sulla qualità del prodotto.

Così le aziende schierano la loro anima verde: Facebook alimenterà l’headquarte­r con energia rinnovabil­e al 100% entro il 2020, Ikea eliminerà tutta la plastica monouso entro lo stesso anno, la catena alberghier­a Hilton abolirà in questi mesi le cannucce di plastica dai suoi 650 hotel.

Dal pollice verde al cuore blu. «Inizia usando ciò che hai, genera e rispondi ai bisogni di tutti». Così Gunter Pauli, promotore di un modello economico che ridefinisc­e il modo di produrre e di consumare: per questo economista olandese è fondamenta­le ispirarsi alla natura, dove non esistono sprechi e rifiuti. «La “blue economy” è una trasformaz­ione dell’economia. Non si tratta di un impatto solo sociale o ecologico. È un cambiament­o nelle regole del gioco sul mercato», afferma Pauli, che interverrà domenica 14 ottobre al Festival dell’Innovazion­e e della Scienza. L’evento si terrà fino al 21 ottobre in undici comuni della cintura nord di Torino e sarà incentrato su sostenibil­ità ambientale, salute, benessere, sport, alimentazi­one, welfare. «L’obiettivo chiave dell'economia blu è la resilienza. L’imprendito­re ha la responsabi­lità intrinseca di creare valore non solo all’interno dell’azienda, ma nella comunità in cui opera». E c’è un nesso strettissi­mo tra questa economia e l’innovazion­e. «Queste aziende convertono risorse dispovalor­e nibili localmente in una proposta di valore. E questo richiede un approccio innovativo, non solo in termini di tecnologia, ma di mentalità nell'affrontare il mercato. Di fatto si tratta di brand che cambiano le regole del gioco». Sostenibil­ità uguale responsabi­lità. E partecipaz­ione. «Abbiamo bisogno di evolvere dall'attivismo ad una responsabi­lità attiva: la legittimit­à dell'impresa è data dalla sua capacità di dare risposte ai bisogni della comunità».

MENO SPRECHI

È la quota di acqua risparmiat­a grazie alla tecnologia sviluppata dalla startup Altered, che sfrutta un processo di atomizzazi­one dell’acqua. La startup è stata acquisita da Ikea

Un rocker in Bocconi. Saturnino, bassista e storico collaborat­ore di Jovanotti, ha presentato in università durante il Salone CSR 2018 Bullyction­ary, primo dizionario online sul cyberbulli­smo realizzato da Generali Italia e Informatic­i Senza Frontiere Onlus

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