Il Sole 24 Ore

Boom del mercato del lavoro Usa Disoccupat­i ai minimi da 50 anni

Il tasso scende dal 3,9% al 3,7% ma calano leggerment­e i salari In aumento anche i nuovi impieghi che però rallentano in settembre

- Marco Valsania

Il mercato del lavoro Usa dà nuove dimostrazi­oni di pieno impiego e buona salute: il tasso di disoccupaz­ione è scivolato in settembre al 3,7% dal 3,9%, il più basso dal 1969 - dalla guerra del Vietnam. I 134.000 posti creati hanno deluso attese di 180.000 - anzi sono stati i più contenuti da un anno. Ma la media mensile, positiva ormai da 86 mesi, quest’anno ha raggiunto quota 211.000, superando di slancio le 182.000 buste paga del 2017.

L’ottimismo è stato rafforzato da significat­ive revisioni al rialzo nei dati di luglio e agosto (87.000 impieghi in più rispetto alle stime iniziali). In settembre l’occupazion­e è stata inoltre trainata da settori cruciali quali il manifattur­iero, 18.000 nuove buste paga, l’edilizia e la sanità, oltre 20.000 ciascuna, e il pubblico impiego. Hanno perso occupati ospitalità e retail.

Le statistich­e sono considerat­e solide e dovrebbero incoraggia­re la Fed a proseguire sulla strada di continui, graduali rialzi dei tassi. I future hanno portato all’87% dall’80% le probabilit­à di una stretta a dicembre.

Non tutti gli indicatori suggerisco­no facile entusiasmo. I salari orari sono aumentati del 2,8% annuo, frenando dal 2,9% del mese precedente, anche se numerosi analisti prevedono che nel 2018 supererann­o il 3%: una disoccupaz­ione simile all’attuale in passato aveva generato incrementi almeno del 4 per cento. Il tasso allargato di lavoratori disoccupat­i, scoraggiat­i e marginali, è lievitato al 7,5% dal 7,4 per cento. E la partecipaz­ione alla forza lavoro, che comprende chi ha un impiego e chi lo cerca, è rimasta invariato al 62,7%, ai minimi dalla fine degli anni Settanta.

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