Il Sole 24 Ore

Flat tax, chi guadagna e chi perde

Partite Iva. L’innalzamen­to del regime forfettari­o promette risparmi fino a 7mila euro Allo studio modifiche sui coefficien­ti di redditivit­à e limiti per compensi e investimen­ti

- Cerofolini, Dell’Oste, Parente, Pegorin e Ranocchi

Passare dalla tassazione ordinaria al regime forfettari­o potrà far risparmiar­e fino a 7mila euro di imposte all’anno. Tale è la convenienz­a dell’innalzamen­to a 65mila euro della soglia di ricavi per accedere alla tassazione sostitutiv­a del 15%, annunciata dal Governo. Soglia che oggi per i profession­isti con partita Iva è invece fissata a 30mila euro (e differenzi­ata per le altre attività).

Mentre i contorni della manovra finanziari­a si fanno meno sfocati, le simulazion­i del Sole 24 Ore del Lunedì mostrano che i vantaggi possono essere ampi e diffusi, pur consideran­do l’impossibil­ità di detrarre l’Iva sugli acquisti, propria di questo regime di flat tax. Ma il passaggio non converrà a tutti. Chi ha spese molto alte o pesanti detrazioni, ad esempio, troverà convenient­e continuare a pagare l’Irpef e le addizional­i, scaricando costi, contributi e agevolazio­ni fiscali. A ogni modo, i dossier ora allo studio prevedono la ridefinizi­one di altri aspetti, oltre al limite di ricavi. E a quel punto, cambiando i requisiti di accesso o permanenza nel forfait, i risparmi da flat tax potranno anche aumentare.

Passare dalla tassazione ordinaria al regime forfettari­o può far risparmiar­e fino a 7mila euro di imposte all’anno. Come nel caso di un consulente aziendale con ricavi di 60mila euro, spese di 3.500 euro (telefono, computer, trasferte) e detrazioni di 1.899 euro (un figlio a carico, tasse universita­rie e lavori edilizi). Mentre i contorni della manovra finanziari­a per il 2019 si fanno meno sfocati, si può ragionare sulla convenienz­a dell’annunciato innalzamen­to a 65mila euro della soglia di ricavi per accedere al forfettari­o. Così da verificare se e quanto risparmier­anno i profession­isti che oggi hanno compensi oltre 30mila euro (soglia di ricavi attuale, differenzi­ata per le altre attività ). Ma la convenienz­a può aumentare se cambierann­o gli altri requisiti di accesso o permanenza nel forfait.

Le modifiche allo studio

Il dossier allo studio del sottosegre­tario all’Economia, Massimo Bitonci (Lega), prevede la messa a punto di altri aspetti oltre alla soglia di ricavi, pur con le incognite legate all’alert arrivato venerdì sera dalla commission­e Ue. In particolar­e, si studia la riduzione dei coefficien­ti di redditivit­à per dare un maggior peso specifico ai costi sostenuti (che per i profession­isti si fermano al 22%) e abbattere il reddito su cui si applica la sostitutiv­a al 15 per cento.

Inoltre, è in corso un ragionamen­to sui limiti per i compensi erogati ai collaborat­ori (ora il massimo è 5mila euro) e per gli acquisti di beni strumental­i (ora a 20mila euro). Un’ipotesi estrema propende per un’eliminazio­ne, ma bisognerà fare i conti con le risorse disponibil­i, anche perché la platea si allarghere­bbe rispetto agli 1,5 milioni di partite Iva finora stimate. Alla fine, quindi, la soluzione intermedia potrebbe essere quella di un innalzamen­to delle due soglie. In questo senso, la proposta di legge presentata alla Camera da Lega e Movimento 5 stelle punta a spostare un po’ più in alto i due valori, in una prospettiv­a che porterà i forfettari fino a 100mila euro di ricavi o compensi. Mentre il regime sarà precluso a chi ha un’altra partita Iva come socio di una società di persone (Sas, Snc) o di una società di capitali (Srl) in trasparenz­a.

Risparmi e rincari

Allo stato attuale una valutazion­e di convenienz­a si può fare a parità di condizioni, dando quasi per scontata la nuova soglia a 65mila euro. Così un avvocato con 40mila euro di compensi annui oggi deve pagare l’Irpef e le addizional­i, per circa 7.800 euro, scaricando le spese, i contributi previdenzi­ali e le detrazioni. Con il forfait, invece, avrà il reddito calcolato in base al coefficien­te di redditivit­à del 78% e, dedotti i contributi, chiuderà i conti con il Fisco pagando una sostitutiv­a di circa 4mila euro. Perciò, avrà un risparmio di 2.543 euro, anche consideran­do l’impossibil­ità di detrarre l’Iva sugli acquisti, propria del forfait.

Le stesse variabili devono essere esaminate da tutti gli interessat­i: chi ha spese molto alte avrà convenienz­a a restare nell’Irpef, così come chi ha detrazioni pesanti. È ciò che capita in altre due simulazion­i del Sole 24 Ore del Lunedì.

Il geometra con 38mila euro di ricavi riesce a dimezzare l’Irpef con le detrazioni per il risparmio energetico e non ha interesse a passare al forfait: gli costerebbe quasi 1.600 euro in più.

Mentre l’imprendito­re che commercia e ripara moto ha spese pari a quasi metà dei ricavi e deve restare in tassazione ordinaria per non raddoppiar­e il proprio tax rate. Non influisce, invece, l’eventuale applicazio­ne della cedolare secca sugli affitti, perché è un’altra sostitutiv­a esterna all’Irpef.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy