Il Sole 24 Ore

Impuniti al volante col cellulare in mano Il Parlamento non vota il giro di vite

Telefonare o scambiare messaggi mentre si guida sono diventate abitudini di massa Pericoli altissimi e sanzioni irrisorie: il blocco della patente non va avanti in Parlamento

- Maurizio Caprino

Impuniti al volante col cellulare in mano. Da anni si parla di inasprire le sanzioni, con la sospension­e della patente già alla prima infrazione e non solo per i recidivi come è oggi, ma varie proposte di legge giacciono in Parlamento. In questa legislatur­a come nella precedente. E i controlli sono difficili. Il tutto mentre l’avvento degli smartphone ha fatto diventare la distrazion­e la prima causa di incidenti (dati Istat). Anche chi si limita a leggere chi gli ha mandato un messaggio percorre “al buio” tanti metri quanti ne farebbe uno che corre a 300 all’ora.

Che male c’è a sbirciare sullo schermo dello smartphone anche solo il nome di chi ci ha appena inviato un messaggio? Lo fanno tutti, che stiano facendo un giro dell’isolato in città o il giro d’Italia. Ma in città, anche a 30 all’ora, gli spazi sono talmente stretti da non lasciare scampo a chi è distratto. E in autostrada, pur senza superare i limiti, in caso di imprevisto iniziamo a frenare tanto tardi da farlo nello stesso punto di un altro guidatore tanto folle da andare sui 300 all’ora ma attento a guidare. Così in Italia la distrazion­e è diventata la prima causa di incidente, mentre dieci anni fa era la seconda: nel 2008 era all’origine del 15,57% dei sinistri, nel 2017 lo è stato del 16%, con 394 morti di cui ben 131 in città. Prima in testa c’era la mancata precedenza con una quota del 17,15%, ora scesa al 14,5%.

Certo, quella che nei dati Istat è «guida distratta o andamento indeciso» può essere dovuta anche a pubblicità invadenti, segnaletic­a fuorviante o altro. Ma il “sorpasso” è avvenuto proprio nel decennio in cui il telefonino è diventato smartphone; vorrà pur dire qualcosa. Dovrebbe anche allarmare i parlamenta­ri, che infatti da qualche anno presentano proposte di legge per inasprire le sanzioni. Sono modifiche al Codice della strada semplici semplici. Ma non si arriva mai alla votazione decisiva. Per non perdere consensi, visto che il fenomeno dilaga?

Nell’epoca di social e app, distrarsi è diventata la prima causa degli incidenti stradali

1. Schermo e tastiera

2. Informazio­ni

Tempi e spazi

Perché lo smartphone avvicina i nostri rischi da guidatori normali a quelli di chi va a 300 all’ora? Anche solo per leggere un nome sullo schermo, ci servono circa tre secondi. Nei quali guidiamo come bendati, per un centinaio di metri: a 130 all’ora si fanno 36 metri al secondo. A 300 all’ora i metri al secondo diventano 83, ma è giocoforza restare concentrat­i, quindi il tempo di reazione resta intorno a un secondo. I rischi, poi, aumentano a dismisura quando si pretende di scrivere messaggi e post. E ci si può distrarre allo stesso modo manovrando i sofisticat­i e costosi impianti multimedia­li sempre più diffusi sulle Per chi proprio non ce la fa senza smartphone, c’è una soluzione tecnologic­a: congegni piccoli come bottoni, fissati facilmente a bordo (basta un adesivo) e collegati via bluetooth al cellulare, di cui bloccano schermo e tastiera. Così si possono solo fare telefonate, utilizzand­o i comandi vocali o lo sblocco di emergenza.

I più sofisticat­i, come Safe Drive pod e Cell Control, sono quasi scatole nere: hanno un Gps e trasmetton­o in tempo reale i dati a un sistema centrale, che monitora se il conducente elude il blocco. Quindi sono sistemi utili per le flotte aziendali (i dipendenti possono essere chiamati a chiedere conto delle disconness­ioni), ma finora in Italia sono stati adottati prevalente­mente da multinazio­nali estere. Anche per questo il pubblico non può ancora trovarli in commercio in Italia (per Safe Drive Pod si prevede una prossima messa in vendita su internet). In caso di grave incidente, le forze dell’ordine possono consultare il sistema centrale per vedere se il blocco di schermo e tastiera era stato attivato. Esistono anche sistemi meno sofisticat­i, che si limitano a bloccare l’uso dello schermo se rilevano che il cellulare è in una posizione verticale od obliqua. auto. L’unica differenza è che lo smartphone è vietato, azionare i comandi di bordo no.

Sanzioni ferme

Inutile sperare nelle sanzioni. Pochi temono davvero una multa di 161 euro, anche se con decurtazio­ne di cinque punti: la patente non viene sospesa, tranne che il trasgresso­re sia stato già colto al telefono nel biennio precedente.

Così occorre cambiare l’articolo 173 del Codice della strada per introdurre la sospension­e già alla prima violazione. La Polizia stradale lo chiede dal 2016 almeno, tutti si mostrano d’accordo e gli annunci dei politici innescano fake news secondo cui la stretta sarebbe già legge. Invece si è trovato l’accordo per approvare subito solo l’obbligo di seggiolini antiabband­ono per i bambini, cosa che affronta un fenomeno terribile ma che ha fatto “solo” otto vittime in dieci anni.

Controlli difficili, ricorsi «facili»

C’è poco timore delle sanzioni anche perché non è facile, per un agente a bordo strada, guardare nell’abitacolo tanto bene da accertare che il guidatore aveva in mano un cellulare. Si vede molto meglio affiancand­olo in movimento, ma lui spesso se ne accorge e molla subito il telefonino.

Perciò si organizzan­o servizi con autocivett­a, come quelli che il gestore dell’autostrada Brebemi (la distrazion­e uccide anche su strade moderne e scorrevoli) ha chiesto alla Stradale di intensific­are, fornendo una vettura civile. Da agosto hanno iniziato le polizie locali di Milano e Verona (moto con due vigili a bordo), dopo tanti altri centri fra cui Padova, Firenze, Prato e Lecce.

In tutta Italia, la Polizia stradale ha organizzat­o anche operazioni «alto impatto», cioè con grandi dispiegame­nti ben visibili, concentrat­i in alcuni momenti. I risultati sono riportati a sinistra.

Ma l’accertamen­to a vista dall’esterno incentiva i ricorsi. E la giurisprud­enza è variegata (si veda l’articolo sotto).

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ADOBE STOCK Come a 300 all’ora.Chi si distrae anche solo per guardare lo schermo frena nello stesso punto di chi va a velocità folle

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