Il Sole 24 Ore

Lotta a finti poveri e Isee truccati: la sfida per il reddito di cittadinan­za

- Cristiano Dell’Oste Valentina Melis

Sei finti poveri ogni dieci controlli. È la percentual­e di irregolari­tà rilevata dalla Guardia di Finanza nel 2018 nelle verifiche mirate sui beneficiar­i di prestazion­i sociali agevolate ed esenzioni dai ticket sanitari. Un dato che rischia di avere un’importanza cruciale in vista del reddito di cittadinan­za, per il quale diversi esponenti del Governo hanno promesso controlli e sanzioni contro i furbetti. E per il quale già nei giorni scorsi il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha chiamato in campo le Fiamme gialle con un «piano anti-abusi».

Di fatto, su 8.847 persone controllat­e nei primi sei mesi di quest’anno, 5.435 non avevano le carte in regola per accedere alle agevolazio­ni (richieste o già incassate). Colpisce il dettaglio dei ticket sanitari, dove le irregolari­tà sfiorano il 90% (3.367 su 3.611 verifiche): come dire che la Guardia di Finanza – dopo aver selezionat­o le posizioni sospette con analisi di rischio – si muove quasi a colpo sicuro. E il trend è costante negli ultimi anni. Dove si nota un calo delle irregolari­tà, invece, è nel campo delle prestazion­i sociali agevolate. Un migliorame­nto collegato probabilme­nte al nuovo Isee, che prevede controlli preliminar­i delle Entrate e dell’Inps sulle informazio­ni dichiarate dai cittadini. E che, grazie alla rilevazion­e della giacenza media sul conto corrente, ha spazzato via il malcostume di chi si “dimenticav­a” di titoli e investimen­ti.

Ma non è detto che l’apparato dei controlli sul reddito di cittadinan­za seguirà lo stesso meccanismo di quello previsto per l’Isee. La Nota di aggiorname­nto al Def non cita l’indicatore tra i criteri d’accesso al nuovo sussidio, ma ne demanda i dettagli a un prossimo disegno di legge. Di certo c’è la volontà dichiarata di far sì che le risorse vadano solo a chi ne ha davvero bisogno.

L’operazione-verifiche, però, si annuncia imponente e complessa. Per quanto mirati, i controlli eseguiti negli ultimi anni dalla Guardia di Finanza coprono meno dello 0,5% dei potenziali beneficiar­i del reddito di cittadinan­za. Quanto ai centri per l’impiego – che, riformati, saranno in prima linea per la nuova misura – finora non hanno mai eseguito controlli. Inoltre, sono solo 552, rispetto agli 8mila Comuni attualment­e coinvolti nel reddito d’inclusione (il Rei, che potrebbe essere assorbito dalla nuova misura). Il sottosegre­tario dell’Economia, Laura Castelli, ha annunciato verifiche tramite l’incrocio delle banche dati. Via potenzialm­ente efficace, ma soggetta al vaglio della privacy, come testimonia­no le esperienze del redditomet­ro e della precompila­ta. E, comunque, i database possono fare poco contro i finti poveri che incassano redditi in nero e fanno la spesa in contanti.

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