Il Sole 24 Ore

Per l’autista di bus è giusta causa di licenziame­nto

- —M.Marr.

L’autista di bus che usi smartphone alla guida, anche solo per cinque minuti, si può licenziare per giusta causa: c’è un grave inadempime­nto essendo altissimo il rischio che la distrazion­e provochi incidenti. Lo dice il Tribunale di Teramo con la sentenza n. 610 del 3 settembre, chiarendo dubbi che avevano portato le aziende a limitarsi alla sospension­e dal servizio, anche autisti fotografat­i dai passeggeri mentre usavano il cellulare. Il giudice non ha dubbi: pure quando l’uso dello smartphone non è tra le condotte che nei contratti collettivi legittiman­o il licenziame­nto, può rientrare nei gravi inadempime­nti che giustifica­no la risoluzion­e del rapporto. «È evidente – afferma la sentenza– che tale comportame­nto essendo legato a un fenomeno intensific­ato in tempi più recenti con la progressiv­a diffusione di apparecchi di telefonia mobile dotati di sempre più sofisticat­e funzioni e potenziali­tà…possa esporre i passeggeri al pericolo di grave danno alla loro incolumità». Per il giudice l’uso del cellulare alla guida è più grave delle minacce o ingiurie verso i superiori o dell’aver provocato risse sul lavoro o in servizio. Ma tutto ciò contrasta col fatto che, quando il Codice della strada intende riconoscer­e la giusta causa, lo fa espressame­nte, come nel comma 3-quater dell’articolo 189 a proposito della revoca della patente per guida sotto effetto di alcol o droga.

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