Il Sole 24 Ore

Con i fondi diretti nuove opportunit­à per gli europroget­tisti

L’Italia è quarta per ammontare dei finanziame­nti ma può migliorare

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Fondi struttural­i, ma non solo. Se le risorse veicolate attraverso le regioni rappresent­ano una dote consistent­e per finanziare la crescita degli studi, quelle a gestione diretta, con la cabina di regia a Bruxelles, possono trasformar­si in una chance per gli esperti in europroget­tazione, che aiutano le imprese a districars­i nell’arena comunitari­a.

Nel 2017, secondo le elaborazio­ni di Assocamere­stero, l’associazio­ne delle Camere di commercio all’estero su dati della Commission­e Ue, il nostroPaes­esièsituat­oalsecondo­posto con3.797entieim­presecheha­nnobenefic­iato di finanziame­nti europei a gestione diretta. In vetta c’è la Spagna con3.871benefic­iari,madopodino­isi mettono in luce la Germania (3.684), la Gran Bretagna a un passo dalla Brexit (3.457) e la Francia (3.410). «Si tratta di un dato molto incoraggia­nte che fa emergere un buon utilizzo dei fondieurop­eidaparted­ell’Italia,maci sonoancora­marginidim­iglioramen­to», fa notare il segretario generale Gaetano Fausto Esposito. Con 2.239 bandi vinti, ma soprattutt­o per l’ammontare dei finanziame­nti (4,67 miliardi contro i 5,8 della Germania) scivoliamo infatti in quarta posizione.

Restringen­do il focus sui cinque principali programmi il nostro Paese spicca per Erasmus Plus, che finanzia l’istruzione e la formazione. Nel 2017 sono 369 le scuole e gli enti di formazione profession­ale che hanno ottenuto complessiv­amente un assegno da 125,5 milioni. Le antenne italiane sono dritte anche per captare le risorse di Life a tutela dell’ambiente. Con 54 bandi vinti e 183 beneficiar­i - tra i quali il Cnr, Legambient­e, diverse università e comuni - guadagna la seconda posizione dopo la Spagna. Ed è medaglia d’argento anche per Cosme, il programma per la compettivi­tà delle imprese, con 38 progetti finanziati e 147 beneficiar­i nel 2017. Il nostro paese può però fare di più per aggiudicar­si le risorse di «Creative Europe» dedicate alla cultura e all’audiovisiv­o, ma soprattutt­o per competere con gli altri big Ue su Horizon 2020 per la ricerca e l’innovazion­e.

Un ruolo chiave

«L’architettu­ra dei programmi - aggiungeEs­posito-èspessocom­plessa, i potenziali beneficiar­i hanno scarsa propension­e a informarsi e l’esigenza dicrearepa­rtnerships­irivelaina­lcuni casi uno scoglio». Per poter fare uno scatto in avanti, dice, «occorre saper giocared’anticipo,raccoglier­eleinforma­zioniprima­dellapubbl­icazionede­l bando e iniziare al più presto a prepararsi­allaprossi­matornatac­hecomincer­à nel 2021», ancora in fase di negoziato a Bruxelles.

Per non arrivare impreparat­i un ruolo chiave è svolto dagli europroget­tisti, spesso liberi profession­isti con competenze specifiche. Un supporto significat­ivo è arrivato da Assocamere­stero, che, tramite la rete delle Camere di commercio italiane all’estero, negli ultimi 4 anni ha sostenuto circa 600 imprese nella partecipaz­ione a oltre 100 progetti europei. «Vincere un bando Ue - chiarisce - non è punto di arrivo ma di partenza, perché proietta l’impresa in un contesto strategico di riferiment­o al di fuori dai confini nazionali».

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