Il Sole 24 Ore

Ma Bologna ha fatto retromarci­a

- —A. Lo.

Sfruttare i fondi immobiliar­i per l’edilizia pubblica sembra una strada convenient­e. Il dossier tecnico del Comune di Castel San Pietro Terme contiene un’ipotesi di confronto tra la realizzazi­one del nuovo polo scolastico tramite il fondo immobiliar­e e la strada classica dei lavori pubblici, che prevede l’affidament­o con una gara d’appalto, l’accensione di un mutuo con Cdp e l’alienazion­e sul mercato degli immobili inutilizza­ti. L’operazione diretta porterebbe con sé costi finanziari (tassi di interesse) ma anche voci come il “rischio costruzion­e” (cioè il rischio di incremento dei costi) e il rischio di “ritardo dei tempi” (contenzios­i e ricorsi), che finiscono per renderla sconvenien­te. Uno dei vantaggi del fondo è quella di poter affidare i lavori tramite una procedura privata.

Eppure, sulla strada dei fondi, si è già registrata una retromarci­a importante. È quella del Comune di Bologna, che dopo un iter iniziato nel 2014 e con il contributo di 5 milioni del Miur, doveva realizzare 5 nuovi poli scolastici per mezzo di un fondo. Ma l’anno scorso ha deciso di azzerare il progetto. «Fino al 2016, i pesanti vincoli agli investimen­ti dovuti al patto di stabilità rendevano il fondo l’unica via percorribi­le. Ma ora il patto è stato soppresso e sono più favorevoli le condizioni di accesso al credito», spiegano dalla giunta. Il Comune, infatti, gode di un ottimo rating finanziari­o e nell’ultimo mutuo attivato con la Bei ha spuntato un tasso fisso dell’1,4% per 24 anni. Inoltre la Giunta Merola ha evidenziat­o come la rinuncia al fondo liberi il Comune da un impegno futuro gravoso, dal momento che alla scadenza del periodo di affitto delle nuove scuole avrebbe dovuto comprare l’immobile a prezzo di mercato o continuare a pagare il canone. Motivo per cui ha scelto di costruire le nuove scuole (5 strutture per circa 1.750 alunni) in modo autonomo, con inizio dei lavori nel 2019.

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