Londra, Brexit a sorpresa frena più le case degli uffici
Al contrario delle previsioni gli investimenti (30 miliardi) nell’immobiliare commerciale continuano ad arrivare, specie dall’Asia
Brexit sfugge a ogni facile previsione. In vista dell’uscita della Gran Bretagna dalla Ue, l’aspettativa era che l’immobiliare commerciale avrebbe sofferto, soprattutto gli uffici, perché banche e imprese avrebbero trasferito uffici e personale da Londra verso altre città europee. Il settore residenziale invece sarebbe uscito indenne dalla transizione, grazie alle mille attrattive della capitale britannica per acquirenti da tutto il mondo.
A pochi mesi dalla data ufficiale di Brexit, prevista per il 29 marzo 2019, la situazione è invece esattamente il contrario. Il settore residenziale è in fase di stallo, il numero di compravendite è drasticamente sceso e nel centro di Londra, un tempo locomotiva del mercato, i prezzi sono perfino scesi. L’immobiliare commerciale invece continua a macinare successi, soprattutto il settore uffici.
Quest'anno Londra ha riconquistato il primo posto nella classifica mondiale delle destinazioni preferite dagli investitori stranieri compilata da Knight Frank, piazzandosi davanti a Hong Kong e Parigi. Sono stati spesi più soldi per acquistare uffici a Londra che non uffici a Parigi, Manhattan, Monaco e Francoforte messi insieme. In totale gli investimenti nel settore immobiliare in Gran Bretagna hanno superato i 27 miliardi di sterline (più di 30 miliardi di euro) e saliranno ulteriormente nell'ultimo trimestre del 2018. A trainare l'interesse dall'estero sono soprattutto gli investitori asiatici che sfruttano il cambio favorevole per acquistare uffici di prestigio da centinaia di milioni di sterline nella City. Si prevede che gli investimenti da Cina, Hong Kong, Singapore, Malaysia e Corea raggiungeranno livelli record .
I più attivi sono gli ultimi arrivati, i sudcoreani, favoriti dalla forza del won contro la sterlina. Il mese scorso il National Pension Service della Corea ha realizzato la seconda maggiore acquisizione per dimensioni nella storia della City, comprando il nuovo quartier generale di Goldman Sachs per 1,2 miliardi di sterline (1,35 miliardi di euro), superando l’offerta di Hanwha, un altro gruppo coreano. Secondo le previsioni di Cushman & Wakefield gli investimenti sudcoreani nella City potrebbero toccare quota 4 miliardi di sterline nel 2018. L’interesse da parte asiatica è dovuto in gran parte all'indebolimento della sterlina dopo il referendum sulla Ue, ma anche alla convinzione che Londra resterà un grande centro finanziario internazionale anche dopo l'uscita dalla Ue. Vista dalla lontana Asia, Brexit non è così importante.
Diversa l’opinione degli investitori europei, più vicini al problema e più sensibili ai possibili effetti negativi dell’uscita dalla Ue. La maggioranza degli investitori europei sta alla finestra, attendendo gli eventi, ma alcuni, come il gruppo francese Amundi, hanno venduto tutti gli asset in Gran Bretagna e annunciato che non avrebbero più investito nel Paese.
Per patriottismo o opportunismo, invece, gli investitori britannici ora preferiscono spendere i loro capitali in patria e quest’anno hanno dominato il mercato immobiliare commerciale con il 59% delle acquisizioni.Anche gli americani hanno ridotto gli investimenti nel Regno Unito dai 16 miliardi di dollari del 2015, l’anno prima del referendum, ai 3 miliardi circa del 2018, anche se il calo è dovuto in parte ai prezzi in continua ascesa, troppo alti per le strategie opportunistiche “mordi e fuggi” del private equity Usa.
«Sembra una contraddizione, ma il voto per Brexit ha stimolato gli investimenti immobiliari grazie all’impatto che ha avuto sulla sterlina e, nonostante le incertezze, la domanda continua a essere solida e sostiene i prezzi, che sono ora ai livelli più alti dal referendum» spiega Walter Boettcher, capo ricerca e previsioni di Colliers International a Londra.
INVESTIMENTI INTERNI
È la quota del mercato degli immobili commerciali coperta da capitali britannici