Costi di corrispondenza: cambio solo all’unanimità
Nel quesito «Costi di corrispondenza: sono a carico di tutti», pubblicato sull’esperto risponde del 16 aprile 2018, viene detto che le spese postali di convocazione dell’assemblea ordinaria devono essere divise tra tutti i condòmini, sulla base delle tabelle millesimali. L’amministratore del mio condominio, tuttavia, le addebita singolarmente come spese individuali e continua a sostenere che da tali spese sono esentati i possessori di Pec. L’amministratore sostiene che tale orientamento gli sia stato raccomandato nei corsi di aggiornamento dell’associazione alla quale è iscritto. Questo tipo di associazioni possono consigliare un criterio di ripartizione della spesa diverso o c’è stata una mia errata interpretazione della risposta?
R.P. - VICENZA
Si ribadisce quanto già precisato nella risposta del 16 aprile 2018, citata dal lettore, ossia che «la spesa di convocazione dell’assemblea ordinaria e di spedizione del verbale dovrà essere ripartita tra tutti i condomini, anche tra quelli che ricevono tali documenti a mezzo Pec, in proporzione ai relativi millesimi». Si ricordi, comunque, che è facoltà dell’assemblea stabilire un diverso criterio di ripartizione e addebitare le spese di corrispondenza solo a carico del condomino interessato alla spesa. In tal caso, però, la decisione dovrà essere presa all’unanimità dei condomini, non bastando la semplice maggioranza, neanche qualificata. A tal riguardo, dunque, sarebbe opportuno capire a quali riferimenti normativi e/o giurisprudenziali facciano riferimento «i corsi di aggiornamento dell’associazione alla quale è iscritto» il suo amministratore in quanto, allo stato attuale – salvo un diverso criterio di ripartizione adottato all’unanimità dai condomini – risulterebbero in contrasto con gli attuali principi giurisprudenziali.