Il Sole 24 Ore

Il preliminar­e è consigliat­o ma non obbligator­io

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Sto contrattan­do con un’agenzia immobiliar­e per l’acquisto della prima casa. Ho presentato una proposta firmata e allegato un assegno di 18mila euro intestato al proprietar­io. La proposta non è stata firmata dal proprietar­io, che non è raggiungib­ile a causa di impegni di lavoro. Sono passati due mesi e prima mi è stato detto che la moglie non trovava la procura a vendere in originale, ora pare che il proprietar­io abbia un ripensamen­to. L’agenzia ha pensato di rinnovare la mia offerta un’ultima volta e, per abbreviare i tempi, di non stipulare un compromess­o firmato e registrato all’agenzia delle Entrate, ma di andare direttamen­te dal notaio per il rogito.

Vorrei chiedere se è legale, perché mi pare di avere letto che il preliminar­e dev’essere fatto e registrato comunque, pena sanzioni elevate. Inoltre, vorrei sapere a che rischio mi espongo lasciando in agenzia l’assegno, dato che la proposta firmata è scaduta.

G.B. - UDINE

Non è obbligator­io stipulare un preliminar­e, anche se nella prassi si preferisce far precedere il rogito dalla stipula di questo “compromess­o”, per vincolare le parti e regolament­are gli accordi delle parti. Se la proposta è scaduta, il lettore ha diritto di chiedere all’agenzia immobiliar­e la restituzio­ne dell’assegno, a meno che esso venga utilizzato per la “nuova” proposta.

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