Sconto del 19% su contributi, tasse, «extra» e donazioni
Tasse, contributi, attività «extra», erogazioni liberali. Il ventaglio delle spese scolastiche agevolate è ampio, e per quest’anno ancora arricchito dallo school bonus e dall’una tantum sugli strumenti musicali.
Costi di frequenza
In linea generale, la normativa fiscale consente di detrarre dalla propria Irpef lorda il 19% delle spese pagate per la frequenza delle scuole d’infanzia (materne), delle scuole primarie e secondarie di primo grado (elementari e medie) e di quelle secondarie di secondo grado (superiori), sia statali che paritarie private e degli enti locali. Mentre i conservatori di musica e gli istituti musicali pareggiati sono riconducibili alla formazione scolastica secondaria solo in caso d’iscrizione ai corsi istituiti in base all’ordinamento precedente al Dpr 212/2005.
Spese detraibili
Danno diritto al bonus non solo le tasse dovute a titolo di iscrizione e di frequenza, ma anche i contributi obbligatori, le erogazioni liberali e i contributi volontari sostenuti per la frequenza scolastica, sempre che siano deliberati dagli istituti scolastici o dai loro organi.
I costi per la mensa e per i servizi scolastici integrativi (come l’assistenza al pasto e il pre e post scuola) sono detraibili anche quando il servizio è reso dal Comune o da soggetti terzi diversi dalla scuola; e anche se non è stato deliberato dagli organi di istituto, essendo istituzionalmente previsto dall’ordinamento.
Sono inoltre detraibili le somme pagate per la partecipazione a gite scolastiche, per l’assicurazione della scuola e ogni altro contributo finalizzato all’ampliamento dell’offerta formativa deliberato dagli organi d’istituto: ad esempio, i corsi di lingua e di teatro, anche se svolti al di fuori dell’orario scolastico e senza obbligo di frequenza. Nessun beneficio fiscale è invece previsto per l’acquisto dei libri scolastici o del materiale di cancelleria.
Vincoli e ripartizioni
Il limite su cui calcolare la detrazione del 19% è pari a 786 euro per il 2018 e a 800 euro a decorrere dal 2019: tenendo presente che vale il principio di cassa, cioè non conta l’anno cui si riferisce il pagamento, ma quello in cui le spese sono state pagate.
Si tratta di un limite che è riferito a ciascun alunno o studente, e che dev’essere suddiviso tra i beneficiari (ad esempio i genitori), ripartendo la spesa in base all’effettivo sostenimento e annotando sul documento la percentuale di ripartizione, se diversa dal 50 per cento. In caso di coniuge a carico dell’altro, quest’ultimo può detrarre l’intero importo.
Donazioni
In alternativa al bonus per le spese di istruzione, è possibile fruire di una detrazione (sempre del 19%) sulle erogazioni liberali a favore degli istituti scolastici di ogni ordine e grado, statali e paritari senza scopo di lucro, che appartengono al sistema nazionale di istruzione; nonché nei confronti delle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, delle università e degli istituti tecnici superiori.
Le erogazioni liberali devono essere finalizzate all’innovazione tecnologica, all’edilizia scolastica e all’ampliamento dell’offerta formativa. Con spese intestate a chi intende portarle in detrazione, il quale non può far parte del consiglio d’istituto e della giunta esecutiva della scuola, a meno che la donazione non superi 2mila euro annui.
L’agevolazione – per la quale non è previsto alcun limite massimo di spesa – non è cumulabile con la detrazione sulle spese scolastiche (fermo restando sempre il principio di cassa). Questa incumulabilità va riferita al singolo alunno: il contribuente con due figli può, ad esempio, avvalersi della detrazione per le spese di frequenza per l’uno e di quella per le erogazioni liberali per l’altro.
School bonus
Fino alla fine del 2018 resta poi in vigore lo school bonus, cioè il credito d’imposta per le erogazioni liberali in denaro effettuate in favore di tutti gli istituti del sistema nazionale di istruzione. La norma prevede che la liberalità sia finalizzata a realizzare nuove strutture scolastiche, alla manutenzione e al potenziamento di quelle esistenti, ovvero a interventi che migliorino l’occupabilità degli studenti. E destinata sia alle istituzioni scolastiche statali che a quelle paritarie private e degli enti locali.
L’agevolazione consiste in un credito d’imposta pari al 50% delle erogazioni effettuate nel 2018 (nel limite di 100mila euro). Il credito dev’essere inserito nella dichiarazione dei redditi e ripartito in tre quote annuali di pari importo; mentre l’ammontare inutilizzato è fruibile negli anni seguenti. La norma non consente, per le stesse spese, la cumulabilità del bonus con altre agevolazioni, come quelle esaminate in precedenza.
Strumenti musicali
Sempre entro la fine di quest’anno è stato confermato anche il contributo una tantum, pari al 65% del prezzo finale (fino a un massimo di 2.500 euro), per l’acquisto di uno strumento musicale nuovo coerente con il corso di studi, da parte degli studenti iscritti ai licei musicali e ai corsi preaccademici, ai corsi del precedente ordinamento e a quelli di diploma di primo e secondo livello dei conservatori di musica, degli istituti superiori di studi musicali e delle istituzioni di formazione musicale e coreutica autorizzate a rilasciare titoli di alta formazione artistica, musicale e coreutica. Il contributo viene erogato sotto forma di sconto sul prezzo di vendita direttamente dal produttore o dal rivenditore, anche on line.