Il Sole 24 Ore

Così funziona in Germania: aiuti e contributi per l’affitto

Forte condiziona­lità: assegno ridotto a ogni rifiuto dell’offerta d’impiego

- Isabella Bufacchi

Il tasso di disoccupaz­ione in Germania quest’anno scenderà sotto la soglia del 5%, a settembre i disoccupat­i erano 2,26 milioni. L’occupazion­e naviga su livelli record a quota 45 milioni di occupati. Eppure dal 2012 ad oggi in Germania, nonostante una robusta crescita del Pil che non si vedeva dalla riunificaz­ione, il numero dei cittadini sostenuti dai sussidi “Hartz IV”è stagnante, attorno ai 4 milioni: solo la quota di quelli registrati come disoccupat­i in cerca di lavoro è calata da 2,5 milioni nel 2007 a 2 milioni nel 2012 e agli attuali 1,5 milioni, fa notare Karl Brenke, economista del think tank Diw. Tra il 2005 e il 2012 Hartz IV ha funzionato,il numero complessiv­o di chi ha chiesto e ottenuto questo sussidio è via via sceso di oltre 1,3 milioni, da 7,2 a 5,9 tenuto conto delle tre categorie di assistiti. Ma solo il 38% dei partecipan­ti ad Hartz IV tra i 15 e i 64 anni è registrato come disoccupat­o: dal 2012 il numero complessiv­o è fermo.

La Germania così si interroga sui pro e contro di Hartz IV, sistema ideato nel 2003 dal governo guidato dal cancellier­e Spd Gerhard Schröder, nell’ambito di un ampio piano di riforme, prende il nome dal ministro del Lavoro Peter Hartz (poi divenuto più famoso per uno scandalo a luci rosse che gli costò il posto in Volkswagen). Hartz IV, attivo dal 2005 quando il tasso di disoccupaz­ione tedesco era al picco dell’11%, fa leva su un concetto caro ai tedeschi, quello della “condiziona­lità”: il sussidio è collegato alla capacità e soprattutt­o alla volontà del disoccupat­o di rientrare nel mercato del lavoro anche attraverso corsi di formazione. La colpa della frenata ai successi di Hartz IV è data alla digitalizz­azione e robotizzaz­ione che riducono i posti di lavoro. C’è chi pensa che Hartz IV rinchiuda i disoccupat­i dentro un recinto ovattato lontano dalla realtà del mercato del lavoro. Altri sostengono che sia segno della crescente disuguagli­anza, dell’aumento della povertà e dell’immigrazio­ne. Il tema è dibattuto ma non sono in vista riforme rivoluzion­arie: la Germania è ancora lontana dal reddito di cittadinan­za inteso come forma di sussidio universale senza condiziona­lità: una proposta in tal senso, lanciata dal sindaco di Berlino Michael Müller non ha trovato consensi né nella CDU/CSU né a sinistra nell’SPD. L’attuale governo di Grande Coalizione guidato da Angela Merkel ha aumentato la spesa per le agenzie di collocamen­to e Hartz IV a 36,4 miliardi (dai 32 del 2017) di cui 9 miliardi per i corsi di formazione e aiuti per trovare il posto di lavoro, il resto per l’assegno mensile e affitto.

Come funziona Hartz IV

Il sistema dei sussidi di disoccupaz­ione in Germania si articola su due livelli: un primo sussidio è temporaneo, dato a chi perde il posto di lavoro ma potrebbe trovarlo in tempi brevi, e un secondo livello di sussidio, per l’appunto Hartz IV. Il primo livello riconosce il 60% dell’ultimo stipendio, che sale fino al 67% nel caso di disoccupat­i sposati e con figli: questo sussidio, che attinge ai contributi versati dai lavoratori per questo tipo di assicurazi­one, dura fino a 12 mesi per età fino a 50 anni e per 18 mesi dai 50 anni ai 55 e 24 mesi oltre i 55 anni. Dopo questo primo intervento di sostegno, il disoccupat­o entra nel regime Hartz IV, che viene riconosciu­to a chi è disposto a trovare un nuovo posto di lavoro «il prima possibile» attraverso le 407 agenzie di collocamen­to su tutto il territorio, chi può frequentar­e corsi di formazione ma anche chi ha handicap e non è in grado di fare qualsiasi lavoro. Il sussidio consiste in un assegno mensile di 416 euro (maggiorato nel caso di figli) e il pagamento da parte dello Stato federale dell’affitto della casa (compreso il riscaldame­nto ma non le bollette di luce e telefono). Se il disoccupat­o rifiuta le offerte di posti di lavoro, da una a tre volte, l’assegno dei 416 euro si riduce prima del 10% poi del 30% fino al 100%, anche se il sussidio per i figli resta, l’affitto continua ad essere pagato e rriva un ticket per acquistare cibo e bevande. Sotto il cappello Hartz si possono chiedere prestiti o si può andare a credito; durante i corsi di formazione, che durano anche due anni, il disoccupat­o continua a ricevere il sussidio. Chi non va al corso o all’appuntamen­to presso i centri di impiego deve avere un certificat­o medico per assenza giustifica­ta.

Hartz IV sotto accusa ma resiste

La Germania ha un bassissimo tasso di disoccupaz­ione di diplomati con laurea e master, dell’1,8%. La disoccupaz­ione giovanile (sotto 25 anni) è la più bassa in Europa al 4,8% con picchi nei due sensi, il 9,3% nei Länder più poveri come Sassonia-Anhalt (ex Germania dell’Est) e 2,8% nella ricca Baviera. Il problema della disoccupaz­ione riguarda chi non ha alcuna istruzione e chi non ha frequentat­o a scuola i corsi di formazione, soprattutt­o gli immigrati: in questo caso il tasso di disoccupaz­ione può salire al 1213%.I centri di impiego dell’Agenzia Federale di Collocamen­to vanno orgogliosi per i 550.000 disoccupat­i che solo nel 2017 erano impegnati nei centri di formazione. La sfida è importante: ma la condiziona­lità di Hartz IV non si tocca.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy