Il Sole 24 Ore

Pace fiscale, integrativ­a con tetto a 500mila euro

Si studia la sanatoria dal 2013 al 2017 con sostitutiv­a al 15% ma resta il nodo Iva - Per cartelle e cause pendenti iter comunicant­i

- Marco Mobili Giovanni Parente

Verso la manovra.

La pace fiscale non è solo la rottamazio­ne-ter e la definizion­e delle liti pendenti. Il piatto forte - per i contribuen­ti ma anche per il Governo in termini di cassa - è rappresent­ato dalla «flat tax-integrativ­a», ossia la possibilit­à di integrare quanto dichiarato al Fisco versando un’imposta sostitutiv­a del 15% per gli anni d’imposta dal 2013 al 2017. Il tutto entro un limite massimo di 500mila euro sanabili. A rilanciare su quest’ultimo fronte è stato il vicepremie­r Matteo Salvini dai microfoni di Rtl 102.5: «Dal 2019 ci sarà la pace fiscale saldo e stralcio per chi avrà dei debiti, per quello che mi riguarda, sotto i 500mila euro». Quindi sconto non solo su interessi e sanzioni ma anche sulla maggiore imposta dovuta. E per far capire come intenda la pace fiscale Salvini ha aggiunto: «Se hai un debito 80mila euro non è che se te ne chiedo 70mila rateizzati tu me li dai, se te ne chiedo il 15% io Stato incasso quello che non avrei mai incassato e tu torni a lavorare e a pagarci le tasse sopra».

Le norme in via di definizion­e in queste ore dovrebbero, quindi, prevedere un meccanismo capace di tassare il reddito incrementa­le fatto emergere attraverso una dichiarazi­one integrativ­a. E qui entra in gioco la flat tax, ossia un’imposta del 15% sostitutiv­a di imposte dirette (Irpef e Ires) e dell’Irap. Per quanto riguarda l’Iva si tratterà, invece, di definire un sistema rispettoso dei vincoli di natura comunitari­a. Uno degli interrogat­ivi sul tavolo è se la misura entrerà direttamen­te nel decreto fiscale in preparazio­ne o nel l’iter parlamenta­re di conversion­e. Probabilme­nte sarà anche legato alle risorse stimate in arrivo dall’operazione che potrebbero poi essere portate a copertura di altre misure di spesa. Così come uno dei temi caldi è l’arco temporale della sanatoria, decidendo se includere il 2013 o se partire dal 2014.

Al di là delle bozze circolate (ieri il sottosegre­tario al Mef Massimo Bitonci ha parlato di testo «scritto dai funzionari che non ha l’ok politico»), il Governo comunque punta alla riapertura di rottamazio­ne cartelle e liti. Con la novità rispetto al recente passato di farle dialogare tra loro. Tra le questioni da mettere ancora a punto, infatti, c’è come scomputare la quota già versata per la rottamazio­ne delle cartelle in caso di adesione alla sanatoria sulle lite. Così come sul tavolo c’è ancora la possibilit­à di ammettere alla rottamazio­ne delle cartelle (con lo stralcio solo di sanzioni e interessi) anche dazi doganali e Iva all’importazio­ne e all’esportazio­ne (si veda «Il Sole» di venerdì 5 ottobre). Mentre sulle liti c’è da disciplina­re il regime applicabil­e ai casi di soccombenz­a parziale.

L’ALIQUOTA DELLA PACE Nelle intenzioni del Governo c’è l’offerta della possibilit­à di integrare quanto non dichiarato al Fisco versando un’imposta del 15% per il periodo 2013-2017

 ??  ?? Saldo e stralcio. Per il vicepremie­r Matteo Salvini la pace fiscale deve essere a saldo e a stralcio per chi ha debiti fi no a 500mila euro, pagando un’imposta sostitutiv­a del 15%
Saldo e stralcio. Per il vicepremie­r Matteo Salvini la pace fiscale deve essere a saldo e a stralcio per chi ha debiti fi no a 500mila euro, pagando un’imposta sostitutiv­a del 15%

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