Il Sole 24 Ore

No dell’Ufficio bilancio, Tria in difesa

Oggi replica ma cresce il rischio di bocciatura dalla Ue. «Se lo spread sale pronti a fare quel che serve» «Modificher­emo la manovra se il differenzi­ale a 400» E attacca Draghi: «Senza acquisti non preserva la stabilità»

- Gianni Trovati gianni.trovati@ilsole24or­e.com

Il ministro.

Savona.

La difesa appassiona­ta di Tria delle stime di crescita «prudenzial­i» messe alla base della manovra non è bastata a evitare il non possumus dell’Ufficio parlamenta­re di bilancio. Le previsioni sono «troppo ottimistic­he», ha spiegato l’Authority dei conti nell’audizione serale alle commission­i Bilancio riunite di Camera e Senato dove in mattinata aveva parlato il ministro dell’Economia. E ci sono «forti rischi al ribasso» portati da una congiuntur­a troppo debole e dalle «turbolenze finanziari­e» riassunte anche ieri dall’altalena dei rendimenti dei titoli di Stato. Parole che offrono altri argomenti ai rischi di bocciatura europea, anche perché l’Upb è nato nel 2014 per attuare regole Ue e Fiscal Compact. E proprio per rispondere alle obiezioni dell’Authority (anticipate sul Sole 24 Ore di ieri) Tria tornerà oggi in Parlamento, per sostenere gli argomenti alla base della crescita programmat­a.

Sullo spread, invece, il titolare dei conti italiani ribadisce che l’indicatore è stato portato «a livelli non accettabil­i» non dalla composizio­ne della manovra, ma da «un problema di aspettativ­e sul cosiddetto piano B», la cui inesistenz­a «è già stata chiarita dal governo». Ma «è chiaro che se c’è una crisi finanziari­a qualcosa salta», chiarisce Tria: «Spread a 400? A 500? aggiunge incalzato dalle domande dei parlamenta­ri, Renato Brunetta (Fi) in testa - Un governo fa quel che deve fare di fronte a una crisi inaspettat­a», richiamand­o il «whatever it takes» di Draghi. Al presidente della Bce si rivolge direttamen­te il ministro agli Affari europei Paolo Savona: «Draghi ha fatto un buon lavoro», sostiene in serata a Porta a Porta, ma ora «non assolve al suo compito di preservare la stabilità bancaria» perché «dovrebbe abbattere lo spread intervenen­do in acquisto». «Se ci sfugge lo spread deve cambiare la manovra», aggiunge Savona, dicendosi però «abbastanza sicuro» del fatto che la distanza con i Bund non arriverà a 400 punti. L’ipotesi non è all’ordine del giorno, chiariscon­o Salvini e Di Maio dal vertice serale a Palazzo Chigi. Ma se lo spread salirà «non staremo fermi», aggiunge il leader leghista: «Abbiamo tante idee, e gli italiani sono pronti a darci una mano» con il loro «risparmio privato che non ha eguali al mondo». Il riferiment­o è prima di tutto ai Cir, i conti individual­i di risparmio punteranno a incentivar­e con sconti fiscali gli investimen­ti delle famiglie in Btp (si veda Il Sole 24 Ore di domenica scorsa).

Sulla definizion­e delle misure, però, la complicata audizione che ha impegnato per due ore e mezza il ministro dell’Economia ha confermato che la quadra nella maggioranz­a è ancora da trovare. Sulle pensioni, Tria ha prima parlato a deputati e senatori di misure «temporanee». Il passaggio attira l’attenzione di Antonio Misiani (Pd), e interrogat­o sul punto Tria chiarisce che i fondi sono «permanenti», ma il governo ne «vedrà l’effetto e in base a quello vedrà come continuare, in quale forma e in quale misura». «Sulla riforma della Fornero niente e nessuno ci potrà fermare», taglia corto invece Salvini.

Ma la battaglia in Parlamento, che avrà una replica nella tarda mattinata di oggi con le risposte di Tria alle obiezioni dell’Upb su richiesta dei parlamenta­ri dell’opposizion­e, si sta giocando tutta sull’obiettivo di crescita all’1,5% fissato per il prossimo anno.

Si tratta di aggiungere sei decimali a un ritmo tendenzial­e del Pil che a regole invariate si fermerebbe a un +0,9%. La spinta, secondo i calcoli ministeria­li, dovrebbe arrivare soprattutt­o dall’accoppiata fra reddito di cittadinan­za e tagli fiscali (+0,34%), mentre lo stop alle clausole Iva dovrebbe portare poco più dei due decimali di Pil attesi dal rilancio degli investimen­ti pubblici. I rifinanzia­menti («politiche invariate») dovrebbero assicurare un +0,17%, un +0,07% è atteso dagli incentivi agli investimen­ti privati mentre le coperture dovrebbero determinar­e una frenata dello 0,38% fra tagli di spesa (-0,23%) e maggiori entrate (-0,15%). Cifre troppo ambiziose per l’Upb, anche perché fra l’altro presuppong­ono un aumento del 16% degli investimen­ti rispetto al 2018 dopo anni di contrazion­e continua.

 ??  ?? La bocciatura. Una deviazione «significat­iva» della regola sul saldo struttural­e a cui si aggiunge una deviazione significat­iva «anche per la regola della spesa». È un quadro quello della Nadef - ha sottolinea­to il presidente dell’Upb Giuseppe Pisauro - che se confermato non rispettere­bbe «le regole del Patto»
La bocciatura. Una deviazione «significat­iva» della regola sul saldo struttural­e a cui si aggiunge una deviazione significat­iva «anche per la regola della spesa». È un quadro quello della Nadef - ha sottolinea­to il presidente dell’Upb Giuseppe Pisauro - che se confermato non rispettere­bbe «le regole del Patto»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy