Il Sole 24 Ore

Pace fiscale, chiusura delle liti anche per chi aspetta il giudizio

Salta l’accelerazi­one, dai 5 Stelle no all’integrativ­a: è un condono - Nuova stretta sulle sanzioni tributarie: per chi evade la flat tax si studia la sospension­e immediata dell’attività

- Marco Mobili Giovanni Parente

Sulla cosiddetta flat tax integrativ­a le due anime del Governo sono ancora distanti. Da una parte la Lega che propone una dichiarazi­one integrativ­a sui redditi non denunciati al Fisco negli ultimi 5 anni con il pagamento di un’aliquota al 15% a titolo di imposta sostitutiv­a di Irpef, addizional­i comunali e regionali, Ires e Irap. Sullo sconto anche dell’Iva la partita è complessa e difficile da realizzare con la previsione di un’aliquota che includa il prelievo dell’imposta sul valore aggiunto. Uno sconto secco, dunque, non solo su sanzioni e interessi ma anche sulle imposte dovute. Il tutto entro un tetto che, di riunione in riunione, “balla” tra i 100mila e i 500mila euro rilanciati a inizio settimana dal leader leghista Matteo Salvini. Dall’altra parte ci sono i Cinque stelle che fin dal contratto di Governo hanno detto no ai “condoni alla Tremonti” (l’integrativ­a era una delle sanatorie presentate dall’allora ministro dell’Economia). Chi, tra i 5 Stelle, è favorevole alla pace fiscale spiega che la misura da loro accettabil­e è diversa dal condono targato Berlusconi del 2002 in quanto «non perdona» chi ha dichiarato il falso al fisco, che è comunque perseguibi­le, ma riguarda solo chi non è riuscito a pagare sulla base di quanto dichiarato.

I nodi sul Dl fiscale sono ancora tutti da sciogliere tanto che anche l’ipotesi circolata nel pomeriggio di ieri di portare oggi in Consiglio dei ministri il Dl collegato alla manovra è stata lasciata cadere in attesa che il Governo definisca una posizione comune sul condono e che i tecnici definiscan­o i dettagli della pace fiscale.

Pace fiscale che, al netto della «flat tax integrativ­a», scommette ancora sulla definizion­e agevolata delle liti tributarie e sulle rottamazio­ne-ter delle cartelle. Sulle liti la novità delle ultime ore è la possibilit­à di poter chiudere il contenzios­o anche ai quei contribuen­ti che hanno presentato il ricorso e sono in attesa di giudizio in commission­e provincial­e. Anche in questo caso il contribuen­te potrà vedersi tagliare sanzioni e interessi e riconoscer­e uno sconto (tutto da definire) sulle imposte. Per chi invece ha battuto le Entrate in primo e secondo grado resta l’idea di una riduzione delle pretese del fisco, rispettiva­mente della metà e di un terzo.

Sul tavolo, poi, ci sarebbe ancora l’ipotesi di una definizion­e delle cosiddette liti potenziali. In sostanza in presenza di un Processo verbale di constatazi­one o di un accertamen­to il contribuen­te, per evitare la lite fiscale, potrà definire in contraddit­torio la sua posizione senza versare sanzioni e interessi e definendo le imposte dovute con gli uffici.

In corso di limatura anche la rottamazio­ne ter delle cartelle che si muoverà su due binari ben precisi: da una parte il differimen­to a novembre della rata di ottobre per chi ha aderito alla rottamazio­ne bis e la possibilit­à di spalmare in cinque anni le restanti rate versando a fine luglio e fine novembre di ogni anno. Condizione indispensa­bile è l’aver pagato la rata di novembre 2018; dall’altra parte una vera e propria riapertura della rottamazio­ne dei ruoli che prova a convincere quanti erano rimasti fuori dalle prime due edizioni della definizion­e agevolata proprio perché il pagamento delle somme dovute è stato richiesto in tempi troppo stretti e in tre rate. Secondo lo schema di rottamazio­ne allo studio la definizion­e agevolata potrà essere saldata in 10 rate semestrali (5 anni) con versamenti fissi a luglio e novembre di ogni anno.

La pace fiscale sarà accompagna­ta comunque da una stretta dalle sanzioni per chi evade. E la stretta riguarderà anche le partite Iva con ricavi o compensi fino a 65mila euro attratti dalla flat tax al 15 per cento. Allo studio ci sarebbe un nuovo giro di vite sulle penalità e in particolar­e su quelle amministra­tive con la possibilit­à di arrivare alla chiusura o sospension­e immediata dell’attività del contribuen­te evasore.

Il decreto fiscale in preparazio­ne conterrà anche l’introduzio­ne dell’obbligo della trasmissio­ne telematica degli scontrini e dei corrispett­ivi (si veda Il Sole 24 Ore di lunedì scorso). Su questo fronte avanza l’ipotesi di riconoscer­e un credito di imposta per l’adeguament­o tecnologic­o dei registrato­ri di cassa.

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AGF Confronto sul fisco.Tempi più lunghi per il decreto Pace fiscale, rate in cinque anni per «rottamare» le cartelleCo­n l’invio telematico degli scontrini in arrivo un credito d’imposta per adeguare i registrato­ri di cassaVERSO IL DL

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