Pace fiscale, chiusura delle liti anche per chi aspetta il giudizio
Salta l’accelerazione, dai 5 Stelle no all’integrativa: è un condono - Nuova stretta sulle sanzioni tributarie: per chi evade la flat tax si studia la sospensione immediata dell’attività
Sulla cosiddetta flat tax integrativa le due anime del Governo sono ancora distanti. Da una parte la Lega che propone una dichiarazione integrativa sui redditi non denunciati al Fisco negli ultimi 5 anni con il pagamento di un’aliquota al 15% a titolo di imposta sostitutiva di Irpef, addizionali comunali e regionali, Ires e Irap. Sullo sconto anche dell’Iva la partita è complessa e difficile da realizzare con la previsione di un’aliquota che includa il prelievo dell’imposta sul valore aggiunto. Uno sconto secco, dunque, non solo su sanzioni e interessi ma anche sulle imposte dovute. Il tutto entro un tetto che, di riunione in riunione, “balla” tra i 100mila e i 500mila euro rilanciati a inizio settimana dal leader leghista Matteo Salvini. Dall’altra parte ci sono i Cinque stelle che fin dal contratto di Governo hanno detto no ai “condoni alla Tremonti” (l’integrativa era una delle sanatorie presentate dall’allora ministro dell’Economia). Chi, tra i 5 Stelle, è favorevole alla pace fiscale spiega che la misura da loro accettabile è diversa dal condono targato Berlusconi del 2002 in quanto «non perdona» chi ha dichiarato il falso al fisco, che è comunque perseguibile, ma riguarda solo chi non è riuscito a pagare sulla base di quanto dichiarato.
I nodi sul Dl fiscale sono ancora tutti da sciogliere tanto che anche l’ipotesi circolata nel pomeriggio di ieri di portare oggi in Consiglio dei ministri il Dl collegato alla manovra è stata lasciata cadere in attesa che il Governo definisca una posizione comune sul condono e che i tecnici definiscano i dettagli della pace fiscale.
Pace fiscale che, al netto della «flat tax integrativa», scommette ancora sulla definizione agevolata delle liti tributarie e sulle rottamazione-ter delle cartelle. Sulle liti la novità delle ultime ore è la possibilità di poter chiudere il contenzioso anche ai quei contribuenti che hanno presentato il ricorso e sono in attesa di giudizio in commissione provinciale. Anche in questo caso il contribuente potrà vedersi tagliare sanzioni e interessi e riconoscere uno sconto (tutto da definire) sulle imposte. Per chi invece ha battuto le Entrate in primo e secondo grado resta l’idea di una riduzione delle pretese del fisco, rispettivamente della metà e di un terzo.
Sul tavolo, poi, ci sarebbe ancora l’ipotesi di una definizione delle cosiddette liti potenziali. In sostanza in presenza di un Processo verbale di constatazione o di un accertamento il contribuente, per evitare la lite fiscale, potrà definire in contraddittorio la sua posizione senza versare sanzioni e interessi e definendo le imposte dovute con gli uffici.
In corso di limatura anche la rottamazione ter delle cartelle che si muoverà su due binari ben precisi: da una parte il differimento a novembre della rata di ottobre per chi ha aderito alla rottamazione bis e la possibilità di spalmare in cinque anni le restanti rate versando a fine luglio e fine novembre di ogni anno. Condizione indispensabile è l’aver pagato la rata di novembre 2018; dall’altra parte una vera e propria riapertura della rottamazione dei ruoli che prova a convincere quanti erano rimasti fuori dalle prime due edizioni della definizione agevolata proprio perché il pagamento delle somme dovute è stato richiesto in tempi troppo stretti e in tre rate. Secondo lo schema di rottamazione allo studio la definizione agevolata potrà essere saldata in 10 rate semestrali (5 anni) con versamenti fissi a luglio e novembre di ogni anno.
La pace fiscale sarà accompagnata comunque da una stretta dalle sanzioni per chi evade. E la stretta riguarderà anche le partite Iva con ricavi o compensi fino a 65mila euro attratti dalla flat tax al 15 per cento. Allo studio ci sarebbe un nuovo giro di vite sulle penalità e in particolare su quelle amministrative con la possibilità di arrivare alla chiusura o sospensione immediata dell’attività del contribuente evasore.
Il decreto fiscale in preparazione conterrà anche l’introduzione dell’obbligo della trasmissione telematica degli scontrini e dei corrispettivi (si veda Il Sole 24 Ore di lunedì scorso). Su questo fronte avanza l’ipotesi di riconoscere un credito di imposta per l’adeguamento tecnologico dei registratori di cassa.