Il Sole 24 Ore

Bankitalia: non toccate le pensioni Sovrastima­ta l’entità della crescita

Impatto «elevato» delle misure programmat­e. Il debito/Pil va ridotto: è il «grande moltiplica­tore delle turbolenze» - Effetto spread sulle banche: oltre un certo limite credito a rischio

- Davide Colombo

La bocciatura della manovra.

L’impatto delle misure programmat­e dal Governo è stato giudicato «elevato» da Bankitalia nel corso dell’audizione sulla Nota di aggiorname­nto al Def. Per realizzare davvero una crescita dell’1,5% del Pil nella media dei prossimi tre anni servirebbe­ro valori dei moltiplica­tori fiscali «superiori a quanto generalmen­te stimato per l’Italia». E quell’impulso dovrebbe verificars­i, per esser tale, «fin dai primissimi mesi dell’anno». Condizioni tutte da dimostrare per una manovra che porta l’indebitame­nto netto al 2,4% l’anno venturo e «rinvia a una data imprecisat­a il conseguime­nto dell’equilibrio di bilancio». Mentre è invece certo fin d’ora l’effetto di un altro moltiplica­tore, quello del debito pubblico.

Il vicedirett­ore generale, Luigi Federico Signorini, lo ha ripetuto tre volte davanti ai deputati e i senatori delle commission­i riunite: «Il debito è, per l’Italia, il grande moltiplica­tore delle turbolenze». Data la sua mole è sempre presente «la minaccia di innescare un circolo vizioso tra costo e incidenza del debito». E anche il fatto che sia detenuto per due terzi da residenti «non lo isola dai rischi di mercato».Per questo il rapporto debito/Pil va piegato «con decisione» verso il basso. Perché le oscillazio­ni del suo valore esercitano effetti negativi su tutta l’economia, sui risparmi e le imprese. E sulle banche: «Una minore valutazion­e dei titoli di Stato in portafogli­o incide sui requisiti patrimonia­li e, oltre certi limiti, può ridurne la capacità di offrire credito».

In una parte del testo non letto da Signorini si spiega che l’esercizio presentato lo scorso maggio, con tassi

ROMA

ben più bassi di oggi, non vale più: ora con un avanzo primario attorno al 4% non bastano 10 anni per portare il debito al 100% del Pil, ne servono 17 o 18. Troppi per non incrinare la fiducia dei risparmiat­ori. Secondo Bankitalia ai tassi attuali la spesa per interessi cresce, rispetto alle stime di aprile: quasi 11 miliadi in più (0,6% del Pil) tra il ’19 e il ’21.

Per proteggers­i dal rischio mercati, ha sottolinea­to l’esponente del Direttorio di Via Nazionale mentre lo spread viaggiava sopra i 300 punti base, è essenziale dare certezze. Serve un credibile percorso di rientro verso il pareggio di bilancio e serve massima attenzione sulle coperture della manovra. Evitando per esempio, che a misure espansive permanenti facciano fronte anticipi di entrate, coperture temporanee o clausole di incerta applicazio­ne. Insomma, se è giusto l’obiettivo di ridurre il divario tra Italia e Europa, bisogna farlo con grande cautela e con una ricomposiz­ione del bilancio pubblico capace di aumentare il potenziale di crescita: con più investimen­ti produttivi, una più equa ripartizio­ne del carico fiscale, una maggiore capacità perequativ­a dei trasferime­nti pubblici.

Discorso a parte per le pensioni. «La Nota - dice Signorini - sottolinea giustament­e che le riforme introdotte negli ultimi vent’anni hanno significat­ivamente migliorato sia la sostenibil­ità sia l’equità intergener­azionale del sistema. È fondamenta­le non tornare indietro su questi due fronti». Se si vuole più flessibili­tà si deve garantire l’equivalenz­a attuariale delle nuove pensioni. E non c’è alcuna evidenza empirica capace di dimostrare che nuovi pensioname­nti di anzianità favoriscan­o le assunzioni dei giovani. Parole nette, a cui i due vicepremie­r han risposto per le rime. Di Maio: «Se Bankitalia vuole un Governo che non tocca la Fornero, la prossima volta si presenti alle elezioni con questo programma». Salvini: «Sulla riforma della Fornero niente e nessuno ci potrà fermare».

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IMAGOECONO­MICA In Parlamento.Il vicedirett­ore generale Banca d’Italia, Luigi Signorini (asinistra), con i presidenti delle commission­i Bilancio di Senato e Camera, Daniele Pesco e Claudio Borghi
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Dopo i rilievi di Palazzo Koch. Alessandro Di Battista (M5S): «È urgente una modifica della governance di Banca d’Italia, ho girato tanto per mettere in guardia dai conflitti d’interesse».

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