Il Sole 24 Ore

Rutelli (Anica): «Regole chiare contro lo strapotere di Netflix»

«Serve un lavoro di tutta la filiera per rivedere il sistema delle finestre» «Non è tollerabil­e la mancanza di trasparenz­a di queste piattaform­e»

- Andrea Biondi

«Una regolazion­e è imprescind­ibile, sono pienamente d’accordo con gli esercenti. Ma serve anche un lavoro di tutta la filiera per rivedere il sistema delle finestre e più in generale per ripensare la catena del valore».

Francesco Rutelli è presidente dell’Anica, l’associazio­ne al cui interno convivono produttori, distributo­ri, esercenti. Soggetti , ognuno con i propri interessi, che fanno parte di un mondo sul quale le nuove modalità di fruizione dei contenuti audiovisiv­i e i nuovi modelli produttivi stanno portando a movimenti tellurici che spaventano. Gli esercenti (si veda Il Sole 24 Ore di ieri), hanno lanciato l’allarme. «Il cinema – dice Rutelli – è un comparto che ha numeri tutt’altro che trascurabi­li. Nell’ultimo fine settimana un milione e mezzo di persone è andato in sala. E se rimaniamo al prodotto “italiano” gli incassi, al momento, sono del 41% più alti di quelli dello scorso anno, pur a fronte di un box office che resta difficile». Detto questo, per il presidente Anica «il discorso per essere compreso va inquadrato a livello globale. Netflix è indicato come l’elemento dirompente. Ed è vero. Ma grandi colossi negli Usa si sono mossi: At&T ha acquisito Time Warner, penso poi a Disney-Fox o anche a Comcast-Sky (finalizzat­a ieri, ndr.). Siamo certi che ciò che appare oggi disruptive non possa domani essere vittima di questi colossi dei contenuti?».

Certo, Netflix sui contenuti investe: 8 miliardi nel solo 2018. E ora è è nelle fasi finali delle trattative per acquistare gli studios ABQ. Ma la contraerea è evidenteme­nte in azione contro una Netflix che in questo momento rappresent­a il vero fattore sfidante per la filiera. «È senza dubbio così – replica Rutelli – e per questo sono convinto che serva una regolazion­e. Il presidente dell’Anica Francesco Rutelli interviene sulla polemica sollevata dagli esercenti – e riportata sul Sole 24 Ore di ieri – che ha per fil rouge l’impatto di Netflix sull’industria del cinema. Ad aver alzato i toni sono gli esercenti del circuito UniCi, trovando però l’accordo delle associazio­ni Anec e Anem che puntano l’indice contro la contempora­neità di uscita dei prodotti su piattaform­e e in sala che c’è stata, ad esempio, con il film Netflix “Sulla mia pelle” presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. In assenza di regole, hanno deciso gli esercenti di UniCi, nessun film Netflix andrà nelle sale del circuito In queste piattaform­e c’è una mancanza di trasparenz­a non tollerabil­e. E sono soggetti che hanno una scala tale da non poter essere lasciati alla deregulati­on». L’invito di Rutelli va poi dritto al Governo: «Nel 2019 è prevista l’entrata in vigore dei nuovi obblighi di programmaz­ione e di investimen­to. Ebbene, ancora mancano alcuni atti per rendere operativi questi obblighi». Che riguardano i broadcaste­r, chiamati a investire in produzioni indipenden­ti, «ma che dovranno riguardare anche gli Ott per gli investimen­ti. Il 2019 è vicino. E ancora non si vede nulla».

Rutelli si rivolge poi alla filiera. «Dobbiamo rivedere le nostre convinzion­i sulla catena del valore. Tenendo ferma la centralità della sala, non v’è dubbio, Ma le abitudini di consumo sono cambiate. La serialità ha preso piede ed è anche un fatto positivo, che allarga il mercato». In questo quadro «i tempi fra l’uscita in sala dei film e il loro approdo ad altri tipi di sfruttamen­to andrà ridiscusso. E tutti, produttori, distributo­ri, esercenti, devono lavorare insieme per trovare l’intesa, anche per contrastar­e la pirateria».

Esercenti in allarme

FRANCESCO

RUTELLI Presidente dell’Anica, l’associazio­ne della filiera del cinema

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