Rutelli (Anica): «Regole chiare contro lo strapotere di Netflix»
«Serve un lavoro di tutta la filiera per rivedere il sistema delle finestre» «Non è tollerabile la mancanza di trasparenza di queste piattaforme»
«Una regolazione è imprescindibile, sono pienamente d’accordo con gli esercenti. Ma serve anche un lavoro di tutta la filiera per rivedere il sistema delle finestre e più in generale per ripensare la catena del valore».
Francesco Rutelli è presidente dell’Anica, l’associazione al cui interno convivono produttori, distributori, esercenti. Soggetti , ognuno con i propri interessi, che fanno parte di un mondo sul quale le nuove modalità di fruizione dei contenuti audiovisivi e i nuovi modelli produttivi stanno portando a movimenti tellurici che spaventano. Gli esercenti (si veda Il Sole 24 Ore di ieri), hanno lanciato l’allarme. «Il cinema – dice Rutelli – è un comparto che ha numeri tutt’altro che trascurabili. Nell’ultimo fine settimana un milione e mezzo di persone è andato in sala. E se rimaniamo al prodotto “italiano” gli incassi, al momento, sono del 41% più alti di quelli dello scorso anno, pur a fronte di un box office che resta difficile». Detto questo, per il presidente Anica «il discorso per essere compreso va inquadrato a livello globale. Netflix è indicato come l’elemento dirompente. Ed è vero. Ma grandi colossi negli Usa si sono mossi: At&T ha acquisito Time Warner, penso poi a Disney-Fox o anche a Comcast-Sky (finalizzata ieri, ndr.). Siamo certi che ciò che appare oggi disruptive non possa domani essere vittima di questi colossi dei contenuti?».
Certo, Netflix sui contenuti investe: 8 miliardi nel solo 2018. E ora è è nelle fasi finali delle trattative per acquistare gli studios ABQ. Ma la contraerea è evidentemente in azione contro una Netflix che in questo momento rappresenta il vero fattore sfidante per la filiera. «È senza dubbio così – replica Rutelli – e per questo sono convinto che serva una regolazione. Il presidente dell’Anica Francesco Rutelli interviene sulla polemica sollevata dagli esercenti – e riportata sul Sole 24 Ore di ieri – che ha per fil rouge l’impatto di Netflix sull’industria del cinema. Ad aver alzato i toni sono gli esercenti del circuito UniCi, trovando però l’accordo delle associazioni Anec e Anem che puntano l’indice contro la contemporaneità di uscita dei prodotti su piattaforme e in sala che c’è stata, ad esempio, con il film Netflix “Sulla mia pelle” presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. In assenza di regole, hanno deciso gli esercenti di UniCi, nessun film Netflix andrà nelle sale del circuito In queste piattaforme c’è una mancanza di trasparenza non tollerabile. E sono soggetti che hanno una scala tale da non poter essere lasciati alla deregulation». L’invito di Rutelli va poi dritto al Governo: «Nel 2019 è prevista l’entrata in vigore dei nuovi obblighi di programmazione e di investimento. Ebbene, ancora mancano alcuni atti per rendere operativi questi obblighi». Che riguardano i broadcaster, chiamati a investire in produzioni indipendenti, «ma che dovranno riguardare anche gli Ott per gli investimenti. Il 2019 è vicino. E ancora non si vede nulla».
Rutelli si rivolge poi alla filiera. «Dobbiamo rivedere le nostre convinzioni sulla catena del valore. Tenendo ferma la centralità della sala, non v’è dubbio, Ma le abitudini di consumo sono cambiate. La serialità ha preso piede ed è anche un fatto positivo, che allarga il mercato». In questo quadro «i tempi fra l’uscita in sala dei film e il loro approdo ad altri tipi di sfruttamento andrà ridiscusso. E tutti, produttori, distributori, esercenti, devono lavorare insieme per trovare l’intesa, anche per contrastare la pirateria».
Esercenti in allarme
FRANCESCO
RUTELLI Presidente dell’Anica, l’associazione della filiera del cinema