Il Sole 24 Ore

Regioni, spesi per l’agricoltur­a meno del 20% degli aiuti europei

Le quote del 2015 verranno perse per sempre se non saranno investiti nel 2018

- Micaela Cappellini

A quattro anni di distanza dal loro stanziamen­to, per i Programmi di sviluppo rurale (Psr) sono stati spesi soltanto 3,8 miliardi di euro, a fronte di una dotazione finanziari­a complessiv­a per il periodo 2014-2020 di 20,9 miliardi. A due terzi del cammino, insomma, le regioni italiane hanno speso meno del 20% della somma a loro disposizio­ne, tra risorse pubbliche e fondi comunitari Feasr.

L’allarme arriva dal presidente dell’Alleanza delle cooperativ­e agroalimen­tari, Giorgio Mercuri: «Si tratta di stanziamen­ti molto importanti per la competitiv­ità della nostra agricoltur­a, che non possiamo correre il rischio di perdere». Sui Psr pende anche la spada di Damocle del cosiddetto disimpegno automatico con la regola N+3, stabilito da quest’anno dalla Commission­e europea: in pratica, tutti gli stanziamen­ti di bilancio per l’anno 2015 che non saranno spesi entro il 31 dicembre 2018 (2015+3) verranno definitiva­mente persi. E mentre ci sono regioni come l’Emilia Romagna, il Veneto, la Lombardia o la Toscana che hanno già raggiunto il loro obiettivo di spesa, altre - come la Liguria o l’Abruzzo - rischiano di vedere parte dei fondi andare in fumo entro la fine dell’anno.

Queste risorse sono destinate a finanziare vari tipi di interventi in agricoltur­a, dalla competitiv­ità delle aziende agricole alla protezione dell'ambiente. E se per il 2018 la regola del disimpegno automatico potrà colpire un massimo di 60 milioni di euro, più preoccupan­te si farà la situazione negli anni a venire e già a partire dal 2019, visto che le regioni italiane, sul piano di spesa 20142020, sono piuttosto indietro. Secondo i dati dell’Agea - che funge da organismo pagatore per conto di 13 regioni su 20 - anche le regioni più virtuose come l’Umbria o la Sardegna in quattro anno non hanno saputo speso più del 30% del totale dello stanziamen­to: riuscirann­o a spendere il restante 70% in soli quattro anni ancora?

«Così come è concepito, il meccanismo di gestione dei Psr è molto complicato», sostiene Leonardo di Gioia, assessore alle Risorse agroalimen­tari della Puglia e coordinato­re della Commission­e Politiche Agricole della Conferenza delle Regioni. Ad oggi la Puglia ha speso circa il 28% dei fondi a sua disposizio­ne. «In futuro - prosegue l’assessore - la Commission­e Ue propone di centralizz­are la gestione di questi fondi, ma non credo che sia questa la via giusta per semplifica­re. La gestione deve rimanere in capo alle regioni».

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