Furla, ricavi in crescita del 10% Giappone primo mercato
Nei primi sei mesi il fatturato ha superato quota 250 milioni L’ad Alberto Camerlengo: «L’investimento migliore è quello in welfare aziendale»
Fatturato in crescita (oltre 250 milioni) del 10% con l’export, ottimo rapporto qualità-prezzo, perfetta corrispondenza con quell’idea di lusso accessibile legata, certo, al prodotto, ma anche all’aspetto dei negozi, alle loro posizioni nei centri storici, ai servizi e alla comunicazione. Sono gli argomenti principali usati negli ultimi quattro anni per spiegare la corsa a due cifre di Furla. Ma, soprattutto per quanto riguarda 2017 e 2018, secondo l’ad Alberto Camerlengo c’è di più.
«Al centro di tutto resta il prodotto: proponiamo borse, scarpe, accessori in 64 Paesi e le vendite non potrebbero crescere se i clienti non apprezzassero, tornassero, parlassero bene di Furla fuori e dentro il web – spiega il manager –. Un prodotto di successo però è il frutto di un lavoro di squadra, è un po’ come se in Furla ci sentissimo tutti mediani. Continueremo a investire nello stile, nei processi aziendali, nell’integrazione verticale, nei negozi. Ma l’investimento strategicoè diventato quello sulle persone e sulla sostenibilità sociale e ambientale».
Nel primo semestre i ricavi sono saliti del 10,6% a 252 milioni, con un export dell’85%. Il primo mercato è il Giappone (23%), seguito da Emea (28%), Apac (27%) e Stati Uniti (7%).
Secondo Giovanna Furlanetto, figlia dei fondatori Aldo e Margherita e presidente dell’azienda nata a Bologna nel 1927, mettere al centro della vita di un’impresa il benessere dei dipendenti e l’attenzione al territorio innesca circoli virtuosi “multipli”. «Il progetto di welfare aziendale Furla for You è nato quasi due anni fa e ci è già valso la certificazione Top Employers Italia 2018 – racconta la presidente di Furla –. Insieme a Gucci, siamo l’unica azienda della moda ad averla ottenuta. Ai benefit pensati per le esigenze dei tanti mercati in cui siamo presenti, abbiamo aggiunto workshop sulla gestione dell’emotività, sulla consapevolezza del proprio valore e corsi di yoga».
I libri, le teorie, i corsi universitari sul legame tra produttività e serenità dell’ambiente di lavoro sono in costante aumento. Ma non è mai facile passare dalle teoria alla pratica: «Sembra fin troppo semplice per essere vero – concludono Giovanna Furlanetto e Camerlengo –. Gli investimenti nelle persone e nell’ambiente non sono costi aggiuntivi e non sono tra quelli ai quali rinunciare. Il 96% dei nostri dipendenti ha utilizzato una delle varie opportunità di Furla for You, diverse a seconda del Paese. Il nostro sogno? Trovare il modo di soddisfare anche quel 4% per il quale non abbiamo ancora escogitato il benefit giusto».