Edizione accelera e razionalizza il gruppo Ipotesi di Ipo a Wall Street per HMS Host
Aquasi due mesi dalla tragedia del crollo del Ponte Morandi a Genova, Edizione conferma, questa volta con i fatti, la strategicità del business delle infrastrutture. Il perfezionamento da parte della controllata Atlantia dell’operazione Abertis con la costituzione del doppio veicolo che terrà le redini del gruppo italo spagnolo sembra voler dire che, comunque vada a finire in Italia, dove Aspi è appesa alle decisioni del Governo sul destino della concessione, le vie a pedaggio resteranno il cuore del gruppo. È chiaro che l’esito del confronto con le forze politiche e le soluzioni che saranno prese nei prossimi mesi saranno importanti per misurare quanto l’Italia peserà nel perimetro del nuovo colosso delle autostrade e, di riflesso, nel portafoglio della holding della famiglia Benetton. Ma, scenari a parte, la conquista spagnola mette un punto fermo su una operazione la cui fattibilità, nel “dopo Genova”, non era scontata.
Nelle ultime settimane Edizione sembra così impegnata a mettere in sicurezza i diversi dossier aperti prima che scattasse l’emergenza ligure. In quest’ottica va letto anche il recente riassetto di Cellnex, di cui la holding ha rilevato il 29,9% da Abertis attraverso la newco ConnecT per 1,48 miliardi e dove qualche giorno fa ha fatto il suo ingresso il fondo Adia rilevando il 20% del veicolo proprietario delle torri. Ieri è stato annunciato anche l’ingresso di Gic, il fondo di Singapore, con una operazione gemella a quella di Adia. Una conferma importante, soprattutto quest’ultima, se si pensa che i colloqui erano stati avviati a luglio e che il fondo di Singapore è un azionista forte di Atlantia e come tale ha subito evidenti perdite a causa del crollo delle quotazioni.
Tutto va avanti, dunque, come da piani iniziali. Un attivismo replicato anche su altre partite che coinvolgono Edizione. Tra queste spicca Autogrill dove, secondo alcune fonti, tra le ipotesi che si stanno vagliando in un’ottica di valorizzazione sembra trovare sempre più sostenitori il piano di quotazione della controllata americana HMS Host a Wall Street. Il progetto, presentato da alcune banche d’affari, prevede che il controllo resti in capo alla holding italiana quotata e non si proceda, dunque, a uno spin off. Allo stato attuale, il piano, si apprende, non è passato formalmente sul tavolo del consiglio di amministrazione. Ma se ne parla.