Il Sole 24 Ore

L’Italia resta al centro delle future rotte del gas russo

Il ministro Novak a Milano incontra Edison e Snam: tutte le opzioni aperte

- Sissi Bellomo

Che sia attraverso il Tap o altri gasdotti, il metano russo in futuro potrebbe arrivare in Italia anche attraverso la rotta sud. A Mosca «tutte le opzioni sono ancora in consideraz­ione», ha confermato al Sole 24 Ore il ministro dell'Energia, Alexander Novak. Ospite di punta alla seconda giornata della World Energy Week del Wec, a Milano, Novak ieri ha avuto incontri riservati con Marco Alverà, ceo di Snam, e Pierre Vergerio, executive vice president Gas Midstream di Edison, società che promuove l'Igi Poseidon, pipeline che si candida a diventare il tratto finale dell'Eastmed.

Gazprom a giugno ha firmato un «accordo di cooperazio­ne» con Edison e la società greca Depa e «tutti sono d’accordo nel continuare il lavoro», assicura Novak, con riferiment­o al Turkish Stream, la rotta sud per il gas che Mosca sta realizzand­o in parallelo al raddoppio del Nord Stream, verso la Germania.

«Per Turkstream i lavori stanno andando avanti secondo i programmi», afferma il ministro. «La prima linea, con una portata di 15,75 miliardi di metri cubi l'anno, è completa e ora stiamo costruendo la seconda. Per la parte sottomarin­a l'85% è fatto e le prime forniture commercial­i di gas dovrebbero arrivare come previsto a fine 2019».

Nello stesso periodo, se tutto fila liscio entrerà in funzione anche il raddoppio di Nord Stream. Ma sul progetto - da sempre sgradito all'Unione Europea perché minaccia di tagliare fuori del tutto l'Ucraina dalle rotte del gas russo - incombe ora anche il rischio di sanzioni Usa. Il progetto conta sui finanziame­nti di diverse società europee partner di Gazprom, tra cui Shell, che potrebbero tirarsi indietro. «Le sanzioni addizional­i non ci sono ancora - ribatte Novak -E in ogni caso il progetto lo realizzere­mo comunque. Faremo tutto nei tempi giusti, entro la fine del prossimo anno».

Il ministro ha parlato anche di petrolio, settore in cui la Russia negli ultimi due anni ha costruito un’alleanza di ferro con l’Arabia Saudita e più in generale con l’Opec, che ha affiancato nei tagli di produzione prima e ora nello sforzo di mantenere ben rifornito il mercato in vista delle sanzioni Usa contro l’Iran. «La Russia è leader mondiale nell’Oil&Gas e intende continuare ad esserlo anche in futuro, nel lungo termine», rivendicaN­ovak. «A settembre abbiamo prodotto in media 11,3 milioni di barili al giorno (un record post sovietico, ndr) e possiamo incrementa­re di altri 300mila bg. Per mantenere la capacità produttiva stiamo investendo molto e nella Siberia Occidental­e, dove c’e un graduale declino dei giacimenti, stiamo studiando meccanismi di incentivaz­ione fiscale».

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Russia.Il ministro Alexandr Novak

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