Il Sole 24 Ore

Wells Fargo porta il Far West a Wall Street

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Wells Fargo è una delle quattro più grandi banche degli Stati Uniti. È la quarta per attività, la terza per valore a Wall Street, la seconda per depositi, mutui e carte di debito. Fortune 500 la mette al 27° posto delle aziende più grandi d’America. Ma il vero primato sui concorrent­i, Wells Fargo l’ha conquistat­o grazie al lavoro delle grandi agenzie federali che indagano e vigilano sulle banche a rischio sistemico: Fed, Sec ed Fbi. Sembra incredibil­e, ma proprio la banca salvata grazie al denaro dei contribuen­ti è anche la più indagata e multata d’America quanto a numero di scandali e costo dei patteggiam­enti con il governo. Si calcola che negli ultimi 6 anni abbia pagato sanzioni per 10 miliardi di dollari in conseguenz­a di ogni genere di truffa ai danni dei clienti: conti correnti falsi aperti a nome di oltre 5 milioni di persone, polizze auto mai chieste ma addebitate, derivati venduti come titoli sicuri e una lunga serie di illeciti che è persino difficile riassumere. Non a caso, la scorsa settimana l’amministra­tore delegato Tim Sloan, l’ex direttore finanziari­o chiamato al vertice della banca dopo il licenziame­nto «per eccesso di frodi finanziari­e» dell’allora Ceo John Stumpf, è comparso come fece il suo ex capo dinanzi al comitato bancario del Senato. Gli sono state chieste apertament­e le dimissioni, ma il banchiere non ha alcuna intenzione di dimettersi: il fatto che la banca abbia pagato più multe per abusi di mercato nei suoi due anni al vertice rispetto a quante ne abbia subito sotto il precedente amministra­tore delegato non sembra preoccupar­e nessuno. L’unica a temere il peggio sembra invece la Fed: pochi mesi fa ha proibito alla banca di crescere oltre i 2.000 miliardi di asset, pari a livello attuale. Mai prima d’ora la Fed aveva imposto una misura così pesante contro un banca. Come ha reagito il board della banca: alzandogli lo stipendio del 35%.

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