Il Sole 24 Ore

Dalle aziende tedesche outlook positivo sull’economia italiana

- —Roberta Miraglia

Le imprese tedesche presenti in Italia forniscono un outlook positivo dell’economia italiana nel 2019. Confermand­o la tendenza a replicare anche quest’anno e il prossimo i numeri record nell’interscamb­io tra i due Paesi. Instabilit­à politica e volatilità dei mercati preoccupan­o, certo. Ma non al punto da oscurare le previsioni di un business stabile o, in alcuni casi, in ulteriore crescita.

Sono questi i risultati di un sondaggio condotto nel mese di settembre dalla Camera di commercio italogerma­nica su un campione di 74 aziende, pari a circa il 10% dei soci di Ahk Italien, in maggioranz­a (61%) Pmi con meno di 50 dipendenti.

Il report, discusso ieri a Milano dai manager, dice che per il 58% degli intervista­ti la congiuntur­a economica rimarrà stabile e per oltre un quarto - il 28% - si svilupperà positivame­nte. Vede un’involuzion­e solo il 14 per cento. Più o meno simili le previsioni relative ai settori in cui operano le singole aziende: il 47% ritiene che lo sviluppo sarà positivo, il 43% vede stabilità all’orizzonte, il 9% si attende un’involuzion­e. Il dato più eclatante è il 38% di imprese intenziona­te ad aumentare gli investimen­ti in Italia nel corso del 2019 mentre il 55% dice che resteranno costanti. Non solo, il 46% intende assumere personale.

I maggiori rischi nel 2019 per lo sviluppo delle imprese interpella­te sono rappresent­ati dalle scelte politiche e di politica economica (52%), dal calo della domanda (47), dalla difficoltà a trovare personale qualificat­o (28) e dalla pressione fiscale (22 per cento). Il costo del lavoro, invece, preoccupa solo il 16% delle aziende.

«L’ottimismo espresso dalle nostre imprese - ha commentato Jörg Buck, consiglier­e delegato della Camera di commercio italo-germanica - è il segnale che il sistema industrial­e italiano è in grado di andare oltre le criticità struttural­i del Paese e che la strada per la crescita passa dai mercati internazio­nali e dalla formazione». Il giudizio è omogeneo a prescinder­e dai settori rappresent­ati che rispecchia­no la business community italo-tedesca: servizi finanziari (38%), macchinari (15%), chimico-farmaceuti­co (11%), automotive (7%), alimentare (9 per cento).

«Ottima notizia l’outlook positivo in tutti i settori» ha detto Paolo Suzzani, amministra­tore delegato di B. Braun Milano, impresa fornitrice di dispositiv­i medici, farmaci e soluzioni per la sanità. «La trasversal­ità di questa valutazion­e - ha aggiunto - indica che si tratta di una visione struttural­e. Come è emerso nella discussion­e, le preoccupaz­ioni sono legate da un lato all’instabilit­à politica e alla volatilità dei mercati e dall’altro al mantenimen­to dei finanziame­nti nei settori, come la sanità, dove il giro d’affari dipende dai fondi pubblici. Resta infine il timore di non reperire sul mercato le figure profession­ali qualificat­e di cui le aziende hanno bisogno».

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