Il Sole 24 Ore

«Segni di rallentame­nto nell’auto»

Per Dal Poz «le nuove regole di omologazio­ne pesano. Un guaio se continuass­e così»

- Luca Orlando

«Il rallentame­nto in Germania? Eccome se lo vediamo». Che la locomotiva tedesca “tiri” oppure no, per Alberto Dal Poz non è affatto indifferen­te. Non lo è per la sua azienda di componenti­stica automotive Comec (Componenti­stica meccanica di precisione), che tra clienti diretti e multinazio­nali che a loro volta riesportan­o verso Berlino sviluppa con la Germania circa il 50% dei ricavi. E non lo è affatto per gli associati di Federmecca­nica, federazion­e che presiede, tenendo conto che per l’intero settore che spazia dall’acciaio alle auto, dai metalli ai mezzi di trasporto, Berlino continua a rappresent­are di gran lunga il primo mercato estero di sbocco. «L’automotive mi pare in una fase di frenata - spiega Dal Poz - anche se personalme­nte non ho visto la cancellazi­one di consegne, piuttosto una riduzione dei volumi di quelle in vigore, tra il 10 e il 15%». L’azienda di Dal Poz, 80 addetti e 17 milioni di ricavi, tiene botta conquistan­do altri ordini ma è evidente che uno stop di Berlino in prospettiv­a non sia affatto una buona notizia.

«Se dovesse concretizz­arsi in modo evidente e non episodico aggiunge - per l’Italia si tratterebb­e di un gigantesco problema perché abbiamo intere filiere di fornitura collegate strettamen­te ai costruttor­i tedeschi e ai loro ordini. Sento molti associati di Federmecca­nica segnalare lo stesso problema e del resto sono numerosi i fornitori Tier 1 che segnalano cali del 10-15%, con la prospettiv­a di affrontare un ultimo trimestre particolar­mente debole». Il nodo principale pare proprio l’industria dell’auto, alle prese con una domanda mondiale non più esplosiva ma soprattutt­o con le nuove normative di omologazio­ne Wltp (Worldwide Harmonised Light Vehicles Test Procedure). Regole complesse che gonfiano gli stock e frenano l’ingresso sul mercato e che a settembre, dopo un anno per la verità favorevole, hanno generato per il marchio Volkswagen un drastico calo delle vendite, ridotte del 18,3%, a cui si aggiunge il crollo del 22% per Audi.

«C’è in effetti una difficoltà nel tenere il passo dei cambiament­i normativi - spiega Dal Poz - e l’incertezza pare avere un peso nelle scelte dei costruttor­i. Il tema è la velocità dei cambiament­i e il tempo necessario per adattarsi. Io per ora non vedo nulla di catastrofi­co ma certamente si tratta di una situazione da monitorare con grande attenzione». Non l’unico nodo, per la verità, guardando all’orizzonte internazio­nale. Tra tensioni geopolitic­he, crolli valutari, guerre commercial­i già avviate e minacciate, mercati promettent­i come l’Iran che paiono destinati a richiuders­i prima ancora di essersi del tutto riaperti. «Ecco perché crediamo che questo sia il momento del dialogo - aggiunge Dal Poz - il momento in cui Governo e parti sociali si confrontan­o per sostenere al meglio la crescita: se il mercato rallenta abbiamo bisogno di mettere in piedi nuovi strumenti. Servono unità e compattezz­a. Così come occorre stare insieme anche in Europa, che è e deve restare il nostro faro».

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ALBERTO DAL POZ Guida l’azienda di componenti­stica automotive­Comec e Federmecca­nica

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