Il Sole 24 Ore

I nuovi career day sull’asse Bari-Cosenza

- —L.Or.

Un career day a Bari, a Palermo e Cosenza. Non solo, ovviamente, perché se il tuo business di costringe ad andare a caccia di ingegneri Milano e Torino restano tappe obbligate.

Allargare il perimetro delle ricerche per la biellese Incas, pochi mesi fa rilevata dal colosso tedesco SSI Schäfer, è però una necessità. Quasi introvabil­i le figure ricercate, un problema serio soprattutt­o alla luce della forte crescita sperimenta­ta nella domanda di automazion­e e logistica evoluta, aree grazie alle quali Incas porta i ricavi al massimo storico, con una produzione satura fino al primo trimestre 2019 anche grazie ai bonus legati a Industria 4.0, con numerosi clienti a “prenotare” quasi al buio spazi di produzione pur di non rinunciare ai benefici fiscali

Scatto delle commesse tradotto in un deciso ampliament­o dell’organico, ora arrivato oltre le 200 unità, con una media di 25 nuovi ingressi all’anno. Una “fame“di competenze che tra Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia- Romagna si riesce a soddisfare con crescente difficoltà, perché ormai sono numerosi i settori industrial­i che si rivolgono in modo massiccio e assiduo alla platea ridotta di programmat­ori, informatic­i e ingegneri.

«Per trovare gli ingegneri che ci servono - spiega l’ad Ermanno Rondi - da un paio d’anni abbiamo deciso di essere presenti direttamen­te in alcune università del Sud. Abbiamo assunto giovani da Palermo e da Cosenza, ormai qui sono già una decina. Devo dire che si tratta di ottime scelte, abbiamo dei riscontri molto positivi. Per fortuna l’azienda è attrattiva: abbiamo commesse in Italia e all’estero, una academy di formazione interna, un welfare aziendale. Dobbiamo puntare su questi aspetti per convincere le persone a lavorare con noi, perché in termini generali, per un giovane, Biella è decisament­e meno “glamour” rispetto a Milano o Torino».

Intuito il trend, le agenzie hanno rafforzato le sinergie con le sedi territoria­li e creato strutture ad hoc

Ci sono ambiti territoria­li come quello siciliano dove ci sono neodiploma­ti ma poche realtà pronte ad ospitarli

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