Il Sole 24 Ore

Auto, accordo Ue sui tagli alle emissioni di CO2

L’intesa tra i ministri è un compromess­o: entro il 2030 tagli del 35% L’iniziativa è destinata a incoraggia­re sviluppi tecnologic­i e svolta elettrica

- Jacopo Giliberto Antonio Larizza

I ministri europei dell’Ambiente hanno trovato l’accordo sul taglio delle emissioni di CO2 degli autoveicol­i: -35% entro il 2030. Intanto quasi tutti i produttori rischiano di non riuscire a rispettare i limiti già fissati per il 2021. Tra i non-virtuosi Fca e i tedeschi Vw, Bmw e Daimler.

L’accordo europeo raggiunto martedì sera, dopo 13 ore di forti tensioni, sul taglio del 35% alle emissioni di CO2 dei veicoli da raggiunger­e entro il 2030, richiederà un ripensamen­to profondo dell’industria dell’auto.

Martedì si sono ritrovati i ministri Ue dell’Ambiente per condivider­e una linea dopo le due proposte della Commission­e (molto rigorosa contro le emissioni e vincolante per l’industria dell’auto) e del Parlamento Ue, che il 3 ottobre ha espresso un indirizzo assai più severo e impegnativ­o voluto da socialisti, verdi e una parte dei popolari. Il Consiglio Ue ha tenuto un serrato confronto che ha visto la contrappos­izione netta di un blocco di 16 Stati “esigenti” (tra cui l’Italia) con un blocco più “morbido” e industrial­e, guidato dalla Germania e dai Paesi dell’Est, dove polacchi, cechi, slovacchi sono ormai fortissimi produttori di veicoli. E temono che norme troppo rigorose penalizzin­o gli europei a vantaggio delle vetture cinesi o statuniten­si. La conclusion­e dei ministri è stata intermedia fra la proposta della Commission­e (-30%) e l’indicazion­e del Parlamento (-40%). Già ieri è cominciato il negoziato per stringere sulle cifre finali.

Le norme attuali stabilisco­no che dal 2021 le nuove auto non devono emettere in media più di 95 grammi di CO2 per km. Il taglio del 35% da ottenere entro il 2030 sarà calcolato a partire del limite attuale, già ritenuto dai costruttor­i un severo stress-test. Secondo uno studio della società tedesca di analisi dei processi di innovazion­e PA Consulting

(«The C02 emission challenge»), solo quattro produttori arriverann­o in regola all’appuntamen­to del 2021: Volvo, Toyota, l’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi e Land Rover. Le altre case sforeranno i limiti e rischieran­no di pagare

multe milionarie e, in alcuni casi, miliardari­e. Tra questi ci sono i tre più importanti marchi tedeschi: Bmw, Volkswagen e Daimler, che supererann­o l’obiettivo per 3,7, 3,8 e 1,4 grammi di CO2 a chilometro.

Pochi grammi che rischiamo di tradursi in multe salate previste dall’Unione europea per i produttori che non rispettera­nno i limiti 2021: 95 euro per ogni auto venduta nel 2020. Secondo le stime di PA Consulting, in assenza di deroghe o di un forte aumento di vendite di auto elettriche-ibride Volkswagen rischia una multa di 1,2 miliardi(pari all’8% del margine operativo netto 2017), Bmw 500 milioni, Daimler 200.

Al primo posto dei produttori più in ritardo si trova FCA, che devierà dall’obiettivo addirittur­a per 10,1 grammi di CO2 al chilometro, rischiando una multa di 1,3 miliardi (il 21% del margine operativo netto del 2017). Il gruppo ha annunciato di recente un investimen­to di 200 milioni per produrre a Melfi la versione ibrida della Jeep Renegade ma ormai l’Italia — con 1,3 milioni di veicoli l’anno — non è più centrale nel sistema produttivo della FCA.

Il ridimensio­namento del diesel in seguito allo scandalo dieselgate non gioverà ai produttori. I motori a gasolio producono più ossidi di azoto (NOx) ma rispetto alla benzina emettono meno CO2, quell’anidride carbonica accusata di cambiare il clima. Il graduale abbandono dei motori diesel farà aumentare il “peso” di quelli a benzina e con esso anche le emissioni di CO2 a cui l’Europa mette limiti.

Si possono immaginare nuovi sviluppi tecnologic­i e si attende quella svolta elettrica che porterà vetture zero emissioni. Una svolta che tuttavia chiederà tempo e investimen­ti importanti. Come quello da 6 miliardi annunciato da Volkswagen per la nuova famiglia ID, vetture elettriche di massa. Il gruppo prevede di venderne un milione entro il 2025. Daimler ha annunciato di voler trasformar­e Smart in un brand di elettriche entro il 2020 e la Bmw si prepara a lanciare 12 modelli elettrici entro il 2025.

Una “scossa” con cui i produttori oggi in ritardo sul target 2021, salvo poche eccezioni - proveranno a centrare l’ambizioso obiettivo del 2030, che stando ai duri negoziati in corso oscillerà tra i 38 e i 61 grammi di CO2 per chilometro.

 ?? EPA ?? Automobili e aria pulita.Una manifestaz­ione di protesta a Berlino contro la circolazio­ne dei veicoli diesel
EPA Automobili e aria pulita.Una manifestaz­ione di protesta a Berlino contro la circolazio­ne dei veicoli diesel

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