Su pensioni e reddito si tratta sull’ipotesi partenza a primavera
La Lega cerca un accordo con M5S su una maggiore gradualità delle misure
I conti non tornano. E per riuscire a farli quadrare bisogna agire sui tempi. Vale perla controriforma della F or nero e per pensioni e reddito di cittadinanza. Al di là delle dichiarazioni di principio («Indietro non si torna») tra Palazzo Chigi e Ministero dell’Economia si studia come far slittare a primavera inoltrata i pagamenti delle nuove pensioni di anzianità con “quota 100” per attutire l’impatto iniziale della spesa sul primo anno. Lo stesso vale per le “pensioni di cittadinanza ”, ovvero l’ adeguamento a 780 euro dei trattamenti minimi e una parte degli assegni sociali che, solo questi, pesano per oltre 3 miliardi di euro l’ anno. Il lavo rodei politici e dei tecnici coinvolti nel dossier pensioni non riguarda solo i dettagli delle singole misure. A quanto si apprende a palazzo Chigi l’attenzione sarebbe anche sulla scansione dei tempi di attuazione, data la portata dell’intervento complessivo. La platea potenzia ledei lavoratori interessati all’uscita nel 2019 con“quota 100” è stimata attorno a 418.000 persone aggiuntive (377.000 dei quali con il mix tra età e contributi) rispetto a quelle che maturerebbero i requisiti a legislazione invariata, per una spesa supplementare di poco meno di otto miliardi.
Matteo Salvini e Luigi Di Maio però hanno una priorità politica: la campagnaelettorale perle europee dimaggio. Ecco perché continuano a fare resistenza nonostante nella stessa Lega più di qualcuno punta a ridurre la platea dei beneficiari di quelle che vengono ritenute norme puramente assistenziali come pensione e reddito cittadinanza. La prima in particolare è vista come una misura che rischia di destabilizzare il sistema di protezione sociale anche perchéuna volta assegnata è pressoché impossibile tornare indietro. In ogni caso, quali che siano le scelte finali, la realizzazionedi queste misure imporrà naturalmente dei“tempi tecnici” per attuarle. Una riforma di così ampia portata non prevede solo regolazione secondaria del ministero del Lavoro ma anche l’elaborazione di complesse circolari Inps.Pernond ire dei tempi di reazione del complesso sistema dei patronati che ricevono e veicolano le domande dei nuovi pensi on an di. Una macchina che quindi prima dipartire richiederà mesi, quelli appunto necessari per scongiurarel’ impatto immediato sul fabbisogno nella prima parte dell’anno che continuaa preoccupare via XX Settembre. Di questi temi, oltre che della risoluzione da presentare oggi in Parlamento si è parlato anche nella riunione convocata da Di Maio con tutti i ministri M5S.
Ieri il tema pensioni è stato affrontato anche nel corso della riunione della cabina di regia convocata a palazzo Chigi da Giuseppe Conte con le principali aziende a controllo pubblico. Oltre agli investimenti al centro della riunione anche il potenziale turn over tra pensionandi e nuovi assunti. Ottimista Di Maio: «Dall’incontro con le partecipate viene fuori che con la riforma quota 100 ci sarà più di un’assunzione per ogni pensionato e molte aziende stabilizzeranno poi i dipendenti grazie al dl dignità».
Infine il piano per tagliare le cosiddette“pensioni d’oro”, ovvero gli assegnisuperiori ai 4.500 euro netti mensili (90 mila lordi annui ). Ieri sono proseguitele audizioni tecniche in commissioneLavoro alla Camera, dov’ è partito l’ iter per l’ approvazione del progetto di legge D’Uva-Molinari dove sono stati ascoltati tra gli altri Alberto Brambilla e Giuliano Cazzo la. Un test oche, secondo fonti governative, potrebbe essere modificatoe inserito in manovra. Secondo il presidente del Cnel, Tiziano Treu, «interventi retroattivi sugli assegni pensionistici pongono il problema della legittimità costituzionale ». La strada tecnicamente meno rischiosa-ha concluso-èl’ introduzione di uno strumento di solidarietà di scopo, limitato a tre anni e improntato ai criteri di proporzionalità, ragionevolezza e progressività. Questa mattina è attesa l’ audizione del presidente dell’Inps, Tito Boeri.