Il Sole 24 Ore

Su pensioni e reddito si tratta sull’ipotesi partenza a primavera

La Lega cerca un accordo con M5S su una maggiore gradualità delle misure

- Davide Colombo Barbara Fiammeri

I conti non tornano. E per riuscire a farli quadrare bisogna agire sui tempi. Vale perla controrifo­rma della F or nero e per pensioni e reddito di cittadinan­za. Al di là delle dichiarazi­oni di principio («Indietro non si torna») tra Palazzo Chigi e Ministero dell’Economia si studia come far slittare a primavera inoltrata i pagamenti delle nuove pensioni di anzianità con “quota 100” per attutire l’impatto iniziale della spesa sul primo anno. Lo stesso vale per le “pensioni di cittadinan­za ”, ovvero l’ adeguament­o a 780 euro dei trattament­i minimi e una parte degli assegni sociali che, solo questi, pesano per oltre 3 miliardi di euro l’ anno. Il lavo rodei politici e dei tecnici coinvolti nel dossier pensioni non riguarda solo i dettagli delle singole misure. A quanto si apprende a palazzo Chigi l’attenzione sarebbe anche sulla scansione dei tempi di attuazione, data la portata dell’intervento complessiv­o. La platea potenzia ledei lavoratori interessat­i all’uscita nel 2019 con“quota 100” è stimata attorno a 418.000 persone aggiuntive (377.000 dei quali con il mix tra età e contributi) rispetto a quelle che maturerebb­ero i requisiti a legislazio­ne invariata, per una spesa supplement­are di poco meno di otto miliardi.

Matteo Salvini e Luigi Di Maio però hanno una priorità politica: la campagnael­ettorale perle europee dimaggio. Ecco perché continuano a fare resistenza nonostante nella stessa Lega più di qualcuno punta a ridurre la platea dei beneficiar­i di quelle che vengono ritenute norme puramente assistenzi­ali come pensione e reddito cittadinan­za. La prima in particolar­e è vista come una misura che rischia di destabiliz­zare il sistema di protezione sociale anche perchéuna volta assegnata è pressoché impossibil­e tornare indietro. In ogni caso, quali che siano le scelte finali, la realizzazi­onedi queste misure imporrà naturalmen­te dei“tempi tecnici” per attuarle. Una riforma di così ampia portata non prevede solo regolazion­e secondaria del ministero del Lavoro ma anche l’elaborazio­ne di complesse circolari Inps.Pernond ire dei tempi di reazione del complesso sistema dei patronati che ricevono e veicolano le domande dei nuovi pensi on an di. Una macchina che quindi prima dipartire richiederà mesi, quelli appunto necessari per scongiurar­el’ impatto immediato sul fabbisogno nella prima parte dell’anno che continuaa preoccupar­e via XX Settembre. Di questi temi, oltre che della risoluzion­e da presentare oggi in Parlamento si è parlato anche nella riunione convocata da Di Maio con tutti i ministri M5S.

Ieri il tema pensioni è stato affrontato anche nel corso della riunione della cabina di regia convocata a palazzo Chigi da Giuseppe Conte con le principali aziende a controllo pubblico. Oltre agli investimen­ti al centro della riunione anche il potenziale turn over tra pensionand­i e nuovi assunti. Ottimista Di Maio: «Dall’incontro con le partecipat­e viene fuori che con la riforma quota 100 ci sarà più di un’assunzione per ogni pensionato e molte aziende stabilizze­ranno poi i dipendenti grazie al dl dignità».

Infine il piano per tagliare le cosiddette“pensioni d’oro”, ovvero gli assegnisup­eriori ai 4.500 euro netti mensili (90 mila lordi annui ). Ieri sono proseguite­le audizioni tecniche in commission­eLavoro alla Camera, dov’ è partito l’ iter per l’ approvazio­ne del progetto di legge D’Uva-Molinari dove sono stati ascoltati tra gli altri Alberto Brambilla e Giuliano Cazzo la. Un test oche, secondo fonti governativ­e, potrebbe essere modificato­e inserito in manovra. Secondo il presidente del Cnel, Tiziano Treu, «interventi retroattiv­i sugli assegni pensionist­ici pongono il problema della legittimit­à costituzio­nale ». La strada tecnicamen­te meno rischiosa-ha concluso-èl’ introduzio­ne di uno strumento di solidariet­à di scopo, limitato a tre anni e improntato ai criteri di proporzion­alità, ragionevol­ezza e progressiv­ità. Questa mattina è attesa l’ audizione del presidente dell’Inps, Tito Boeri.

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