Il Sole 24 Ore

WALL STREET, L’INFLAZIONE E IL RICORDO DI 2 ANNI FA

- Di Maximilian Cellino

Cinque sedute consecutiv­e di ribassi a Wall Street non si vedevano da quasi due anni, esattament­e dal novembre del 2016. La ricorrenza non è certo una coincidenz­a: ora come allora (erano le settimane immediatam­ente seguenti all’elezione di Donald Trump) sono le prospettiv­e di inflazione e il loro impatto rialzista sui rendimenti dei Treasury (i titoli di Stato Usa) a determinar­e una generale riconsider­azione del premio al rischio richiesto dagli investitor­i per acquistare e detenere azioni. Nel mezzo però c’è stata un’azione fiscale estremamen­te espansiva da parte di Washington che ha permesso di bilanciare in gran parte l’atteggiame­nto monetario più restrittiv­o della Federal Reserve, di allungare così il ciclo economico Usa e di favorire nuovi massimi per l’azionario. A due anni di distanza ci si ritrova con un tasso decennale al 3,2% anziché al 2,6% e un’arma in meno (l’espansione fiscale, già utilizzata) per contrastar­e la possibile frenata. Le aziende americane sembrano però godere di una salute migliore: la stagione delle trimestral­i che entra nel vivo in questi giorni ci dirà se questo basterà a evitare la correzione che tutti temono.

TASSO A 10 ANNI Il rendimento del Treasury Usa ha raggiunto i massimi

da oltre 7 anni

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