«Ricostruzione Ponte Morandi possibile in 9 mesi»
Emendamento del Governo al decreto: tracciati i confini dell’effetto su Autostrade Aspi invia al commissario Bucci il suo progetto per ricostruire il ponte in 9 mesi
Il Cda di Autostrade ha inviato al Commissario Bucci il progetto per la ricostruzione del Ponte Morandi elaborato dalla società, «in adempimento delle previsioni di Convenzione». Il progetto prevede demolizione e ricostruzione del Ponte da «realizzarsi in nove mesi dall’approvazione e dalla disponibilità delle aree».
Nove mesi per demolire e ricostruire il ponte di Genova. Mentre nelle commissioni Trasporti e Ambiente della Camera sono piovuti gli emendamenti sul decreto emergenze che esclude Autostrade dalla ricostruzione, con il Governo che rincara prevedendola« decadenza temporanea della concessione» per il tratto della A10 interrotto al traffico, la società rilancia e prova a battere tutti sul tempo. Ieri il C dadi Aspi ha autorizzato l’invio al sindaco-commissario Marco Bucci del progetto operativo elaborato dalla società, «in adempimento delle previsioni di convenzione ». I nove mesi indicati nel piano decorrerebbero dalla sua approvazione e dalla disponibilità delle aree. Una mossa tattica, quella di Autostrade che si dice pronta a impegnarsicontrattualmente al rispetto della tempistica indicata, fornendole dovute garanzie economiche.
Ma dal Governo, e in particolare dai Cinque Stelle, il muro è totale. «Non sarà semplice, perché sicuramente la società tenterà la via del ricorso, ma a mio avviso la norma che abbiamo inserito nel decreto reggerà», ha affermato il vicepremier Luigi Di Maio, ricordando che «la procedura di caducazione della concessione è partita e durerà cinque mesi». Nessuna correzione di rotta da parte dell’Esecutivo, dunque, che anzi con un emendamento propone un articolo 1 bis che stabilisce la «decadenza temporanea» della concessione per la parte della A10 impercorribile a causa del crollo del 14 agosto, con la consegna di ogni responsabilità al commissario fino al termine dei lavori. È la risposta alla richiesta di Bucci che chiedeva chiarezza sulla «proprietà» del nuovo viadotto per poter operare.
Il Governo non cede neppure sulle deroghe affidate al commissario per la ricostruzione, nonostante l’alert del presidente Anac Raffaele Cantone sul rischio di infiltrazioni della criminalità. Si prevede invece un’altra norma aggiuntiva (articolo 1 ter) dedicata agli sfollati, con lo stanziamento di 72 milioni di euro, quantificati in base al Pris, il programma regionale di interesse strategico.
Arriveranno nei prossimi giorni i successivi emendamenti dell’Esecutivo, dall’introduzione per la Cig in deroga per le aziende della zona rossa (20-30 milioni per un anno) a quelli per le imprese. Ma il “pacchetto Genova”, come spiegano autorevoli fonti governative, poggerà anche su altri provvedimenti: nell’ultima bozza del decreto fiscale si destinano 10 milioni «per la ristrutturazione dell’autotrasporto» e altri 15 milioni per il Fondo porti (“risarcimento” per i 30 milioni sottratti alle altre strutture per il porto di Genova nel Dl emergenze). E nella manovra si confida di riuscire a stanziare altre risorse per l’autotrasporto. Per arrivare a dirottare in tutto quasi mezzo miliardo sulla città, chiedendo ad Autostrade i fondi promessi.
In città, intanto, la tensione aumenta. Con gli sfollati che in una lettera alla Camera e al ministro dei Trasporti chiedono garanzie sugli indennizzi. E gli spedizionieri del porto che si preparano a una class action. Spediporto segnala -5% di export e -9,8% di import a settembre rispetto al 2017. Il danno medio per gli spedizionieri si attesta intorno ai 97mila euro l’anno, sale a 170mila per i corrieri e tocca la media di 610mila euro per gli autotrasportatori.