Il Sole 24 Ore

Salvini: contro gli sbarchi più poteri a Polizia e Gdf

In arrivo emendament­o al decreto immigrazio­ne: negozi etnici chiusi alle 21

- Marco Ludovico

Più controlli e lotta all’immigrazio­ne irregolare, con maggiori poteri alla Polizia di Stato e alla Guardia di Finanza. Matteo Salvini cambia le regole degli interventi in mare e punta al contrasto dei flussi illegali.

Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Guardia Costiera: Matteo Salvini sposta le pedine sulla scacchiera dei controlli e interventi in mare. L’indirizzo deciso del ministro dell’Interno chiede più controlli e contrasto all’immigrazio­ne irregolare. Dal punto di vista di Salvini l’azione in gergo definita Sar (search and rescue, ricerca e soccorso) è stata finora prevalente e predominan­te rispetto all’attività contro i flussi illegali e i trafficant­i di esseri umani. Casi critici come quello di nave Diciotti della Guardia Costiera, soprattutt­o, hanno lasciato al Viminale strascichi di incomprens­ioni e dissidi.

In ogni caso, l’Interno parte da un presuppost­o: le regole in vigore su compiti, funzioni e responsabi­lità degli attori istituzion­ali in mare sono vecchie e superate. Risalgono a più tre lustri fa con un decreto interminis­teriale (Interno di concerto con Difesa, Economia e Finanze, Infrastrut­ture e trasporti) del 14 luglio 2003. «Signori, si cambia» dirà oggi Salvini al Cnosp, il comitato nazionale ordine pubblico e sicurezza riunito al Viminale in mattinata. Al comitato di solito partecipan­o i vertici delle forze di polizia, dei servizi di informazio­ne e sicurezza, il capo di gabinetto del ministro. Ma quello di oggi vede anche la presenza del capo di Stato Maggiore della Difesa, Claudio Graziano; del numero uno della Marina Militare, Valter Girardelli; del comandante generale della Guardia Costiera, Giovanni Pettorino. Per forza: «Analisi delle misure per il coordiname­nto unificato dei controlli sulle frontiere marittime italiane» è l’ordine del giorno della riunione. Dovrebbe concluders­i con la nomina di un gruppo di lavoro interforze per stilare la bozza di un nuovo decreto. La strategia del Viminale è di rafforzare il ruolo centrale di coordiname­nto della Polizia di Stato, già svolto dalla direzione Immigrazio­ne e Frontiere del dipartimen­to di Ps guidato da Franco Gabrielli. Ma anche l’attività della Guardia di Finanza, al comando del generale Giorgio Toschi, oggi sola forza di polizia con la responsabi­lità operativa della sicurezza del mare. La Gdf ha un comparto con oltre 350 mezzi navali e 80 aerei, quelli in attività oltre le 12 miglia dalla costa - tre gruppi aeronavali, un gruppo di «esplorazio­ne aeromaritt­ima - sotto il comando di Pratica di Mare sulla costa laziale. I numeri dell’attività operativa della Finanza vedono nei primi nove mesi del 2018 l’arresto di 63 responsabi­li a vario titolo, di cui 51 scafisti, e il sequestro di 61 mezzi destinati al traffico di esseri umani, di cui 57 natanti e quattro mezzi stradali. Impiegate nello stretto di Sicilia, le Fiamme gialle rilevano come gli scafisti provochino, in sostanza, i soccorsi; nel canale di Sardegna e le isole Pelagie, dove arrivano gli «sbarchi frazionati» di piccole unità provenient­i da Tunisia e Algeria; nel basso Adriatico e alto Ionio, zone di flussi illegali partiti soprattutt­o dalla Turchia.

Ieri poi Salvini ha annunciato che nel decreto sicurezza ci sarà un emendament­o per «la chiusura entro le 21 dei negozietti etnici che diventano ritrovo di spacciator­i e di gente che fa casino. Non è un’iniziativa contro i negozi stranieri ma per limitare abusi di luoghi ricettacol­o di gente illegale».

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