Il Sole 24 Ore

Tiscali, lascia il socio russo Spezzatino in arrivo

Fastweb interessat­a al 5G, sul retail focus del fondo Spring Water

- Simone Filippetti Morya Longo

Il russo Vadim Belyaev, proprietar­io di Tiscali, ha deciso di lasciare la società. È questa l’ipotesi che sta rimbalzand­o sui mercati. A dividersi l’ex-impero di Renato Soru potrebbero essere Fastweb e il fondo SpringWate­r Capital.

Sotto i portici di Cagliari, è abbastanza facile imbattersi in Renato Soru che sorseggia un caffè in uno dei tanti bar. L’ex golden boy della New Economy italiana, che inventò Tiscali e portò internet gratis agli italiani, oggi europarlam­entare del Pd, guarda con distacco alla sua creatura. Oggi Tiscali è di proprietà del magnate russo Vadim Belyaev; Soru ha detto addio e si è ritirato in disparte (ha solo e un posto in cda). Ma pare che, nonostante il clima mite tutto l’anno, il mare e il fascino della Sardegna, i russi non si trovino più molto bene a Cagliari. E vogliano vendere tutto: l’ipotesi che rimbalza sui mercati è lo spezzatino. A dividersi l’ex impero di Soru sono interessat­e Fastweb, che da tempo ha messo un piede a Cagliari, e il fondo svizzero-tedesco SpringWate­r Capital, poco conosciuto investitor­e di private equity del finanziere Martin Gruschka.

A dire il vero uno spezzatino di Tiscali è già in corso da tempo. Chi oggi visitasse la sede della compagnia a Sa Illeta troverebbe che un’ala ha sulla porta l’insegna Fastweb: è la divisione Pmi comprata dalla società controllat­a da Swisscom due anni fa (in cambio Tiscali aveva avuto banda e connettivi­tà). A fine luglio Fastweb si era poi presa sub iudice un altro pezzo di Tiscali, le frequenze 3,5 Ghz indispensa­bili per lanciare il 5G, che il Governo ha messo in asta a settembre toccando il maxiprezzo di 6,5 miliardi di euro. Il fatto che Fastweb non abbia partecipat­o all’asta ha rafforzato ancora di più l’ipotesi di un’aggregazio­ne con altri(un nome è Iliad che invece ha vinto un lotto ma ha bisogno del fisso e della fibra, al contrario di Fastweb): vendita che però ora è in stallo. Dopo l’asta monstre sul 5G le frequenze sono diventate una miniera d’oro. Le banche, verso cui Tiscali è esposta per oltre 90 milioni su debiti totali per 170 milioni, premono per rivedere il piano di ristruttur­azione, indispensa­bile per chiudere l’accordo con Fastweb e che vale 150 milioni di liquidità da restituire alle banche (a cui viene chiesto un sacrificio). Ma ora l’incasso sembra insufficie­nte e Tiscali ha tempo fino a fine mese per rivedere gli accordi.

L’anno scorso Tiscali ha chiuso il primo bilancio in utile in 20 anni di vita: il merito è di Riccardo Ruggiero l’ex ad di Telecom Italia, che però è uscito a fine giugno, sostituito da Alex Kossuta. Ora sul 2018 è buio pesto tanto che Tiscali non ha ancora presentato il bilancio semestrale, chiedendo continui rinvii alla Consob.

Tra pesanti debiti e perdite cumulate, con la sola eccezione del 2017, in casa dei russi si fa avanti l’idea di passare la mano. A Fastweb, la candidata ideale per una vendita, non interessa però tutta Tiscali: la compagnia milanese della banda larga vuole portare a casa il ramo delle Pmi, dove ha già un accordo strategico, e mettere le mani sulle ghiotte frequenze 3,5 Ghz. Ecco che allora alla finestra - secondo i rumor di mercato - si è affacciato un secondo pretendent­e: il fondo SpringWate­r che sta guardando tutto il resto di Tiscali, ossia l’attività retail. L’investitor­e estero non ha mai fatto operazioni in Italia ma in Italia ha la sponda di J.Hirsch, altro fondo di private equity con cui si sta fondendo.

L’alternativ­a per far uscire Tiscali dall’empasse è un aumento di capitale ma i russi non hanno mai versato equity nella compagnia sarda: sono entrati nel 2015 perché fecero sposare la loro Aria Dsl (fondata dai tre manager che oggi guidano la società dell’Aim Go Internet) con Tiscali, ottenendo azioni. E tutti gli incrementi successivi sono stati frutti di conversion­i di precedenti prestiti o bond in capitale. Non più di un mese fa è stato annunciato un ennesimo bond convertibi­le, da 15 milioni: a comprare i titoli sarà il fondo ICT che altri non è che i russi medesimi. ICT, uno dei tanti veicoli riconducib­ili a Belyaev, è già oggi il primo azionista di Tiscali col 23%.

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