Il Sole 24 Ore

Pay Tv Mediaset vende a Sky la piattaform­a Premium

Il Gruppo di Cologno intende esercitare la put già a inizio novembre Per completare l’operazione servirà l’ok incondizio­nato da parte dell’Antitrust

- Andrea Biondi

Il giorno X dovrebbe essere l’1 novembre. Non ha intenzione di perdere tempo Mediaset nella vendita della “piattaform­a” Premium a Sky.

Tutto frutto dell’accordo del 30 marzo che, fra le varie cose, prevede lo sbarco di Sky sul digitale terrestre, ospite proprio sulla piattaform­a di casa Mediaset; l’aumento della library per la pay tv di Murdoch con i canali di cinema e serie Premium che hanno in pancia le esclusive Warner (fino a dicembre 2020) e Universal (scadenza a fine 2018, ma rinnovo in discussion­e); l’approdo di tutti i canali free-toair del gruppo di Cologno sul l’offerta satellitar­e di Sky dal 1° gennaio 2019 e, questione che sta arrivando al dunque, la vendita della “piattaform­a”.

Ad avere il pallino, in questo caso, è Mediaset: se il gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi decide di vendere ciò che ha già inserito nel veicolo societario R2, controllat­o al 100%, Sky deve comprare. La finestra per esercitare l’opzione put è compresa fra l’1 e il 30 novembre. Mediaset, a quanto risulta al Sole 24 Ore, avrebbe deciso di provvedere subito. Anche perché la trafila non è da poco e l’esito finale, tutto sommato, non si può dare per scontato al 100 per cento. Questo perché con l’esercizio della put scatterà la notifica all’Antitrust. L’Autorità ha seguito la vicenda, richiedend­o informazio­ni in almeno due momenti: in occasione dell’annuncio dell’accordo e poi in estate. Del resto, quello cui hanno lavorato e stanno lavorando Mazzoni Regoli Cariello Pagni, Cleary Gottlieb e Baker McKenzie per Sky Italia, con Chiomenti ed Ejc - Roberti per Mediaset, è un accordo complesso. Qualitativ­amente, è di certo un’intesa win-win se si considera che Sky ha aumentato la sua offerta di contenuti per i clienti e ha potuto avviare la sua attività pay sul digitale terrestre mentre Mediaset porta i suoi canali sulla piattaform­a Sky e cede una struttura di costo legata a un’attività, la pay tv, sulla quale ha deciso di non insistere concentran­dosi sulla tv in chiaro.

Attenzione però: non è Premium che sarà venduta a Sky, ma l’infrastrut­tura su cui poggia il tutto. Si parla di un insieme in cui rientrano circa 130 contratti di lavoro subordinat­o; il contratto con Nagravisio­n che è la società che fornisce a Premium software e hardware per il criptaggio del segnale televisivo utile all’attività pay; smart card; cam; decoder. Insomma, la parte “operation” comprensiv­a di gestione del billing, del customer care, del marketing, della parte tecnologic­a. Se comunque il risultato va a essere un depotenzia­mento della parte pay per Mediaset, è altrettant­o vero che Premium rimarrà come editore dei canali. E in fondo la cosa a Cologno ora non dispiace visto che, secondo indiscrezi­oni di mercato, il parco abbonati sarebbe rimasto sopra il milione, senza le fughe di massa immaginate vista l’assenza del calcio (anche se un po’, in streaming e per gli abbonati che hanno connession­e web, c’è in virtù dell’intesa con Dazn).

L’operazione “R2”, stando alle dichiarazi­oni di fine aprile del Cfo Mediaset, Marco Giordani, dovrebbe avere un impatto positivo sull’Ebit del Biscione per una cifra fra i 60 e i 70 milioni l’anno. Tecnicamen­te si assisterà a un reverse outsourcin­g agreement. In sostanza: ora c’è un accordo in base al quale Mediaset ospita sulla propria piattaform­a Dtt l’offerta digitale terrestre di Sky; a operazione conclusa, sarà Sky a ospitare Mediaset. Tutto possibile però, sempre per gli accordi di marzo, solo se l’Antitrust darà l’ok incondizio­nato. In caso contrario Sky ha la clausola che permette di recedere e tutto tornerebbe come adesso, ma con una Mediaset che potrebbe a sua volta esercitare, con congruo preavviso, il recesso dell’agreement che porta Sky sulla sua piattaform­a. Precisazio­ne d’obbligo: non ci sarà sospensiva del contratto in attesa dell’Antitrust; il contratto si esegue comunque e in caso di esito negativo sarà risolto. Dopo il closing Antitrust ha 30 giorni di calendario per dare l’ok (con o senza condizioni) o aprire una fase 2 che può durare fino a 45 giorni di calendario. È previsto anche il parere non vincolante di Agcom, in 30 giorni.

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AGF Al riassetto. Dopo l’accordo di Pasqua Mediaset stringe ancora i legami con Sky

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