Il Sole 24 Ore

Spunta la pace contributi­va ampia Miniruoli, si studia lo stralcio gratis

Pensioni e reddito forse in primavera - Dl fiscale con e-fattura semplifica­ta

- Marco Rogari Gianni Trovati

Il condono allarga il raggio. Mentre l’avvio di pensioni e reddito di cittadinan­za dovrebbe slittare a marzo-aprile. Sul primo fronte la sanatoria contributi­va non sarebbe più limitata a pochi buchi non coperti della carriera lavorativa ma riguardare anche tutti i contributi non versati. Nel decreto fiscale è allo studio anche lo stralcio gratis dei miniruoli del periodo 2000-2010. Sempre nel Dl semplifica­zioni per la e-fattura. Per le pensioni e il reddito di cittadinan­za la partenza potrebbe essere spostata a marzo-aprile. Rinvio per passaggi tecnici e necessità di bilancio.

In cantiere.

Ancora da definire le misure per tagliare 3,6 miliardi alla Pa centrale. Lunedì in Cdm il progetto di bilancio

Coperture.

I problemi di calendario per l’avvio di reddito di cittadinan­za e pensioni emergono in via ufficiale. A dichiararl­i in Senato, mentre è in corso il dibattito sulla NaDef, è il capogruppo M5S Stefano Patuanelli: «La nostra intenzione è cercare di partire con il reddito di cittadinan­za e quota 100 dopo il primo trimestre», spiega con una formula che non chiude la porta a ipotesi di slittament­o anche verso l’estate.

A spingere in senso contrario ci sono le elezioni europee di maggio, ma il calendario resta appeso a una ricerca di coperture che nonostante il deficit aggiuntivo da 22 miliardi resta complicata. E può mettere in discussion­e la dimensione finale di tutte le principali misure in cantiere, e non solo delle due norme bandiera. L’obiettivo da 3,6 miliardi di risparmio dalle amministra­zioni centrali, all’interno dei tagli da 6,9 miliardi complessiv­i che dovrebbero sostenere la manovra, resta da raggiunger­e. E sui dossier che elencano i possibili interventi in fatto di tax expenditur­es campeggia il punto interrogat­ivo delle decisioni politiche. La cornice di finanza pubblica disegnata dalla NaDef è ovviamente confermata. Ma al suo interno l’alleggerir­si delle coperture farebbe dimagrire in parallelo anche le misure di spesa o di minore entrata: oltre a cancellare Ace e Iri, per esempio, il taglio Ires al 15% sugli utili reinvestit­i può portare a una revisione di platea e aliquote per super e iper ammortamen­to. La dieta non può essere troppo rigida, però. Perché renderebbe ancora più difficile da raggiunger­e l’obiettivo di crescita 2019 all’1,5% messo nel mirino dall’Upb.

Ma è prima di tutto la previdenza a gonfiare le incognite sui conti. Nel tentativo di farli quadrare finisce sul tavolo una pace contributi­va maxi rispetto alle ipotesi iniziali. Si tratterebb­e non solo di agevolare il pagamento dei contributi che mancano a causa dei buchi nella carriera lavorativa, ma di allargare la sanatoria a tutti i contributi non versati. La misura cancellere­bbe, in non più di 3-4 anni, more e sanzioni, senza offrire sconti sul montante. E nell’ottica del governo questa ipotesi andrebbe anche incontro a lavoratori e aziende in crisi alle prese con la ristruttur­azione dei debiti contributi­vi.

La ricerca dell’equilibrio fra esigenze politiche e ricadute di bilancio sposta almeno a marzo l’avvio di «quota 100». Anche per dare tempo all’Inps di completare il lavoro tecnico. Ma si studia anche il ripristino delle finestre per scaglionar­e le uscite. Nel pacchetto all’esame del ministero del Lavoro, sotto la regia del sottosegre­tario Durigon (Lega), entra anche un blocco ad ampio raggio dell’adeguament­o automatico all’aspettativ­a di vita: non solo per le anzianità con il canale contributi­vo, ma anche per gli over 67. In ogni caso, le nuove regole non potranno partire prima di primavera, e ancora più lunga appare l’istruttori­a necessaria al reddito di cittadinan­za. Per le decisioni restano pochi giorni, perché entro lunedì, oltre al Dl fiscale, il governo dovrà inviare a Bruxelles il programma di bilancio (Dbp), molto più dettagliat­o del Def. Un’agenda fitta, che rende quasi impossibil­e l’approdo effettivo anche della legge di bilancio lunedì in consiglio dei ministri, su cui preme la maggioranz­a, Di Maio in primis.

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