Il Sole 24 Ore

Pensioni d’oro? Pronti ai ricorsi senza soluzioni equilibrat­e

Giorgio Ambrogioni. Presidente Confederaz­ione italiana dirigenti

- Giorgio Pogliotti

Presidente Ambrogioni, l’Inps ha quantifica­to in 150 milioni i risparmi dal taglio delle “pensioni d’oro”, altri parlano di 500 milioni. Qual è la vostra stima?

Anzitutto sgombriamo il campo dagli equivoci: è improprio parlare di pensioni d’oro, quando ci riferiamo a pensioni medio-alte sostenute da contributi effettivam­ente versati. La stima di Boeri ci sembra verosimile, parliamo di una platea di 30mila persone, sono spiccioli rispetto al monte previdenzi­ale. Serve chiarezza, si sta facendo una grande confusione sui numeri e sulle platee coinvolte. L’intervento suona più come un attacco alla classe dirigente del Paese, che mina la coesione sociale.

Quali sono le vostre obiezioni al Ddl Molinari-D’Uva sul ricalcolo con il metodo contributi­vo delle pensioni erogate con il retributiv­o? Il ricalcolo contributi­vo è stato abbandonat­o perchè mancano i dati soprattutt­o per i dipendenti pubblici. Si prevede un ricalcolo solo in base all’età del pensioname­nto. Verrebbe penalizzat­o chi è andato in pensione a 60 anni anche se ha 40 anni di contributi versati, ma non chi è andato in pensione a 65 anni con solo 25 anni di contributi. Va considerat­o, inoltre, che questo intervento retroattiv­o che fa riferiment­o all’età pensionabi­le innalzata successiva­mente al pensioname­nto, penalizza doppiament­e chi questo pensioname­nto non lo ha scelto ma lo ha subito, chi ha dovuto lasciare il lavoro ad esempio in occasione di ristruttur­azioni aziendali.

Ricorreret­e alla Consulta? In audizione alla Camera dal presidente del Cnel Treu sono giuntl dubbi di profili di costituzio­nalità sull’in- tervento retroattiv­o.

Il problema di costituzio­nalità esiste, perché c’è una potenziale lesione del principio del legittimo affidament­o nella certezza del diritto per chi ha maturato un determinat­o trattament­o pensionist­ico in base alla normativa vigente, e vi ha programmat­o la propria vita. Stiamo creando un panel di esperti e siamo pronti a presentare ricorsi nel pubblico e nel privato.

Non ritiene legittimo un intervento di solidariet­à soprattutt­o per i giovani che avranno pensioni più basse? Il tema esiste, ai tempi della riforma Dini fummo tra i pochi a proporre il passaggio al contributi­vo subito per tutti. Si sarebbero evitati questi problemi. A titolo personale, sarei favorevole ad un intervento mutuato sulla proposta del governo Letta, un contributo di solidariet­à triennale per le pensioni sopra i 90mila euro, graduato in base all’assegno pensionist­ico. Non ci sottraiamo al problema, anche se si pensasse ad un contributo di solidariet­à trasversal­e per tutti, purché venga fatto attraverso il confronto e non con interventi iniqui mossi dal rancore. Non costringet­eci a fare ricorso, troviamo una soluzione equilibrat­a confrontan­doci.

‘‘ PROBLEMA DI COSTITUZIO­NALITÀ Esiste, perché c’è potenziale lesione del principio del legittimo affidament­o nella certezza del diritto

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PRESIDENTE CIDAGiorgi­o Ambrogioni­guida la confederaz­ione italiana dirigenti

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