Il Sole 24 Ore

Via libera dalle Camere a decisione sul Def

Applausi per Savona dalla maggioranz­a. Conte: «Italia non fattore di rischio»

- Barbara Fiammeri

Via libera del Parlamento alla Nota di aggiorname­nto al Def. Un passaggio scontato nel quale però si mette per la prima volta nero su bianco l’impegno del Governo a realizzare: la riforma della Fornero attraverso quota 100; reddito e pensioni di cittadinan­za; flat tax per profession­isti, artigiani e ditte individual­i; misure di sostegno per favorire le assunzioni di giovani meritevoli (si veda articolo a pag.8); riduzione delle spese militari; taglio degli adempiment­i burocratic­i per le imprese; implementa­zione in tempi rapidi della Banca per gli Investimen­ti prevedendo il coinvolgim­ento di Bankitalia e Cdp; azzerament­o graduale del fondo per l’editoria e la cabina di regia al ministero dell’Economia per la spending review. Un insieme di misure che per Lega e M5s consentirà di invertire la rotta e rilanciare la crescita. Ed è quello che ripete tra applausi scrosciant­i e standing ovation finale Paolo Savona, protagonis­ta assoluto della seduta di ieri nella replica del governo alla Camera, complice anche l’assenza del ministro dell’Economia Giovanni Tria in volo nelle stesse ore per Bali dove lo attende il G20.

Il ministero per gli Affari europei si richiama al New deal di Roosevelt, difende la riforma della Fornero, assicurand­o che contribuir­à a creare nuovi posti di lavoro, così come il reddito di cittadinan­za, pur sottolinea­ndo che occorrono delle «cautele perché la gente non si sieda e smetta di cercare lavoro». Savona si mostra padrone del proscenio e si permette anche qualche battuta come quando, riferendos­i all’Upb - l’Ufficio parlamenta­re di bilancio che ha bocciato il Def - chiede aiuto al collega Riccardo Fraccaro seduto lì accanto affinché gli suggerisca la dizione esatta: «Scusate - dice rivolgendo­si all’assemblea - non riesco a pronunciar­lo. Anche perché ero uno dei candidati per una posizione che poi non mi fu assegnata...». Nessun timore per i conti pubblici:«Posso andare a dormire sereno la notte perché il futuro sarà migliore e non peggiore». Ne è convinto anche il premier Giuseppe Conte : «Steve Mnuchin, Segretario al Tesoro degli Usa, ha dichiarato che l’Italia non rappresent­a un fattore di rischio. Stesso concetto lo ha espresso oggi anche Nick Gartside, capo della divisione reddito fisso di Jp Morgan (si veda l’intervista sul Sole di ieri, ndr), e quindi non certo una fonte vicina al governo».

Messaggi tranquilli­zzanti ma inverosimi­li per l’opposizion­e. L’ex ministro dell’economia oggi deputato del Pd Pier Carlo Padoan ritiene la manovra «pericolosa» , priva di coperture e capace di minare quei «fondamenta­li» del Paese su cui finora si era basata la fiducia dei mercati. L’ex titolare di via XX settembre intravede in queste scelte il famigerato piano B di Savona, l’ipotesi di uscita dall’euro: «Chiedo ufficialme­nte al governo di dire non solo che non c’è un piano B, ma anche che non ci potrà essere. Il Paese si merita ben altro». Toni altrettant­o gravi da Forza Italia. Anna Maria Bernini, capogruppo degli azzurri al Senato, si rivolge direttamen­te a Matteo Salvini che era appena giunto in Aula: «Il debito non è buono o cattivo dipende da come lo si usa; l’extra deficit non è in sé un delitto ma siamo terribilme­nte preoccupat­i, vogliamo trovare quell’alleato di governo con cui abbiamo condiviso un’anima economica votata da milioni di italiani e in cui abbiamo creduto». Attenzione, conclude, a mettere in campo «libri di sogni perduti». Ma per i gialloverd­i la vittoria in Parlamento è schiaccian­te: 331 favorevoli e 191 contrari alla Camera; 161 sì e 109 no al Senato.

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